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Ritrovarsi a 42 anni di nuovo sulla sabbia, una sabbia che scotta e non solo per il sole cocente, dopo una carriera che ti ha portato a giocare (e a vincere!) anche con la maglia azzurra della Nazionale, deve essere per forza qualcosa di speciale. Ancor di più se poi riesci a mettere sul campo due prestazioni maiuscole, sfoderando parate determinanti per far sì che la tua squadra raggiunga un sogno. Alessandro Giovinazzo al beach soccer ha regalato tanto e adesso, con la maglia della Genova Beach Soccer, si è tolto l’ennesima soddisfazione della sua lunga carriera, facendo vedere che i campioni sono come il vino buono: non invecchiamo… maturano e migliorano!

«Le vittorie son tutte belle – ci racconta “BatGiovi” – Non c’è una che abbia un valore più alto delle altre. Quella di Napoli, con la Genova Beach Soccer mi ha regalato tante emozioni, perché comunque dopo sei anni che non giochi, non sei nemmeno più abituato a ritrovartele tutte insieme addosso. Sono emozioni forti, grandi e, come ho detto a tanti dei miei compagni, devo solo dire grazie a tutti questi ragazzi che mi hanno dato la possibilità di provare ad essere ancora protagonista a 42 anni. Credo proprio che sia bellissimo chiudere un cerchio iniziato ormai diversi anni fa e soprattutto chiuderlo in questa maniera. Sono stati 5 anni lunghi e difficili e quindi riuscire a portare a Genova un traguardo così importante, è logico che ti renda orgoglioso di quello che è stato fatto».

Ma siamo proprio sicuri che si sia “chiuso un cerchio”? Davvero non ci sarebbe la voglia di mettersi ancora alla prova, l’anno prossimo, in Serie A? «Come ho detto anche a loro – dice sorridendo Giovi – adesso a caldo la voglia sarebbe davvero tanta, ma a 42 anni e con in mezzo un altro anno da far passare, voglio prima capire come ci arriverò. Mi piacerebbe essere ancora utile alla causa, sia chiaro. Ma, alla fine, il passato è il passato e quello che hai fatto resta lì. Il futuro invece è tutto da scrivere. Io so benissimo che non sarò più quello che sono stato negli anni scorsi. Voglio quindi affrontare quest’anno con lucidità ed onestà, soprattutto verso me stesso e i miei compagni. E se mi renderò conto che potrei essere ancora utile, allora ben venga. Ho davanti un anno per prepararmi al meglio a questo appuntamento importante: se arriverò a maggio come dico io, sarò ben felice di dare il mio contributo. Altrimenti potrò tranquillamente decidere di fare un passo indietro».

Futuro a parte, la vittoria appena conquistata ha, per Alessandro, un sapore e una dedica tutta speciale. «Mi piacerebbe dedicare questa vittoria a mio papà Graziano che non è più qui con me ma che è la persone grazie alla quale posso dire di essere quello che sono oggi, in questo sport ma non solo».

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