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Cinquecento chilometri separano Grosseto da Ventimiglia: il passato e il presente di Claudio Scognamiglio, estremo difensore del Ventimiglia che poco meno di un anno fa è stato eletto capitano della compagine rivierasca. Classe ’86, nel cassetto dei ricordi c’è la maglia rossa col grifone sul petto del Grosseto, la squadra della sua città, con cui ottenne nel 2007 una storica promozione in Serie B. Una passione indelebile, tanto che tutt’ora segue e supporta la sua squadra da lontano. Una scelta di vita, la decisione di trasferirsi in Liguria. E poi il “colloquio”col Ventimiglia: l’inizio di una inaspettata, lunga storia d’amore.

“Sono venuto in Liguria per motivi di lavoro – ci spiega Claudio – Quando mia moglie si è trasferita qui a lavorare l’ho seguita. In Toscana avevo giocato a Grossetto in C e B come secondo e terzo portiere, ma in quel periodo giocavo in Eccellenza. Quando sono arrivato ho trovato squadra nel Ventimiglia. E se ti dico come l’ho trovata ti scappa da ridere…”

Ora sono curioso…

“Ho cercato su internet le squadre vicino Bordighera, dove abito, e mi sono scritto un elenco. Poi ho preso la macchina, come si fa per i colloqui di lavoro, e mi sono presentato di persona al campo, senza chiamare. Naturalmente non mi conosceva nessuno. Mi hanno fatto fare qualche allenamento con il mister dei portieri. Ho fatto una buona impressione e mi hanno tenuto. Se penso che ora sono il Capitano del Ventimiglia mi vengono i brividi…”

Sei diventato capitano di recente.

“Quest’anno, dopo che Principato ha appeso le scarpe al chiodo e Mamone è andato via. La società mi ha dato la fascia e per me è veramente un orgoglio: come ti ho detto non sono neanche di qui, significa che c’è stima. Il Ventimiglia è una società che ha più di 110 anni, fiero di rappresentarla. Sono qui dal 2012, ho fatto i primi due anni in Promozione, poi 5 di Eccellenza e quest’anno, purtroppo, di nuovo la Promozione. Il Ventimiglia è l’unica squadra con cui ho giocato qui in Liguria. Sono arrivato che ero un ragazzo e qui sono diventato un uomo.”

Apriamo l’album dei ricordi. Sicuramente l’esperienza da professionista ti ha dato tanto.

“Sì, infatti non posso non citare tra i ricordi più belli la vittoria del campionato di C1 con il Grosseto. Andare in Serie B con la squadra della propria città è un’emozione incredibile. Il ricordo più bello è quando tornammo in pullman allo stadio di Grosseto dopo la trasferta decisiva di Padova. Vincemmo 1-0 e fummo accolti dai tifosi in festa: la gente che ti ha visto crescere che viene allo stadio per applaudirti è una sensazione bellissima. E poi ricordo il campionato di Promozione vinto con il Ventimiglia: credo che, a prescindere dalla categoria, la vittoria di un campionato sia sempre entusiasmante. Dalla Terza Categoria alla Serie A. I legami che si creano negli spogliatoi rimangono. Ecco, per me questi due ricordi valgono più di qualsiasi parata al novantesimo.”

I portieri più forti con o contro cui tu abbia giocato.

“Da ragazzo, al Grosseto, ricordo con grande piacere Francesco Rossi, che fece il record di imbattibilità con la maglia del Grosso. Forte e con una grande professionalità. Poi ho giocato con Bressan: lui era fortissimo, c’è poco da dire. Nei dilettanti ho giocato contro Trucco e Dondero, di Imperia e Genova Calcio, che mi hanno impressionato. C’entrano poco con l’Eccellenza.

Come stava andando questo campionato, prima dello stop?

Abbiamo iniziato un po’ in sordina. Abbiamo cambiato tantissimo dallo scorso anno, tanti ragazzi provengono dal settore giovanile del Ventimiglia. Abbiamo avuto un periodo iniziale difficile dove alternavano risultati altalenanti. Siamo partiti a rilento ma nelle ultime partite avevamo fatto 4 vittorie di fila (dopo la brutta sconfitta di Prà). Eravamo in un buon trend e potevamo levarci questa soddisfazione. Difficile finire il campionato. Anzi, per me è impossibile ricominciare. E forse è la cosa più giusta, mi viene anche difficile parlare di calcio in questo periodo. È un vero peccato, c’erano duelli avvincenti in Eccellenza e Promozione. Non so cosa deciderà la Federazione, qualsiasi decisione prenderanno, qualcuno ci rimarrà male.

Un peccato anche che non possiate provare a tornare in Eccellenza, che forse è la categoria che vi compete.

Hai detto bene. L’anno scorso è stata un’annata molto strana. Ma il campo non sbaglia mai e ci ha condannati. Però siamo ripartiti, ci siamo rimboccati le maniche e sono sicuro che il lavoro che ha fatto la società negli anni passati nel settore giovanile darà i suoi frutti. Ci sono ragazzi molto bravi che stanno crescendo.”

Ecco, in ottica futura un buon settore giovanile è un segnale incoraggiante.

“I settori giovanili sono sempre la cosa più importante da gestire in una società di calcio: o sei un presidente con tantissime risorse, altrimenti devi lavorare bene negli anni per trovare ragazzi che diano un contributo importante nella prima squadra. Far giocare i giovani è un orgoglio sia per la società che per i ragazzi, che si sentono tatuata sulla pelle la maglia granata. Quando mi capitò di arrivare in prima squadra con il Grosseto, dopo aver fatto tutte le giovanili, sentii emozione e orgoglio. Credo che valga lo stesso anche nelle realtà dilettantistiche. Quest’anno il Ventimiglia ha messo delle basi importanti per gli anni futuri.”

Sappiamo che quest’anno, in ogni caso, la più grande soddisfazione è arrivata fuori dal campo…

“Sì, quest’anno a ottobre sono diventato papà per la prima volta. Una felicità immensa. L’unica cosa positiva di questo periodaccio è proprio la possibilità di godermi la famiglia e passare tempo con mia moglie e mia figlia piccola.”

Insomma, neo-capitano ma soprattutto neo-papà. Un periodo felice per Claudio Scognamiglio, ormai entrato nel cuore dei tifosi del Ventimiglia e destinato a rimanere per sempre nella storia del club ponentino.

QUESTA ERA “CAPITANO, MIO CAPITANO“, UNA DELLE NUOVE RUBRICHE DI DILETTANTISSIMO! OGGI IL CAPITANO DEL GIORNO È… CLAUDIO SCOGNAMIGLIO!
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