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Sfruttando la sosta di campionato, siamo andati a scambiare quattro chiacchiere “in libertà” con Mino Paoletti, direttore generale della CDM Genova. Con lui abbiamo cercato di analizzare tutti i temi caldi del momento, dal campionato alla gestione del settore giovanile, dal mercato alle strutture. Ecco cosa ci ha detto.

Mino, un inizio di stagione sicuramente sopra le righe. «Stiamo andando ben oltre quelli che erano i nostri programmi iniziali – commenta soddisfatto – La squadra sta ottenendo dei grandi risultati, sia a livello di classifica che di prestazioni, soprattutto sotto il punto di vista che ci premeva di più, cioè quello della crescita dei singoli oltre che di squadra. E’ sotto gli occhi di tutti, ad esempio, la crescita di elementi come Simone Foti o Andrea Lombardo ma anche di Ini o di Fabio Core e questo ci fa ben sperare anche per il futuro».

C’è stato qualche avversario che ti impressionato fin qui? «Personalmente, ritengo che la squadra che ci ha messo più in difficoltà, anche senza entusiasmarmi, è proprio quella che andremo ad affrontare nel prossimo turno: l’L84. Magari è partita un po’ in sordina ma è una squadra quadrata, rognosa e ci ha messo in difficoltà in entrambe le partite di Coppa. Speriamo che sabato, in campionato, possiamo rifarci e cambiare il trend».

Veniamo al mercato, che per la CDM è iniziato con la cessione di Paolo Lo Buglio, consensuale ma anche dolorosa da entrambe le parti, frutto di una stagione fin qui straordinaria di Yuri Pozzo. Ma qual è la situazione portieri in questo momento in casa CDM? «E’ senza dubbio l’argomento del momento – scherza un po’ Mino Paoletti – La situazione di Lo Buglio ci ha creato sicuramente il grosso dispiacere di perdere, a livello umano, un ragazzo eccezionale. Non finiremo mai di ringraziarlo e di fargli grandi in bocca al lupo per il prosieguo della sua carriera. Proprio il prosieguo della sua carriera però è stato l’elemento fondamentale che ci ha fatto decidere di liberarlo e consentirgli una stagione da protagonista, magari in altri lidi, visto che qui sia per la crescita che per le prestazione che sta mettendo in fila Yuri, diventava difficile. Lo avremmo tenuto volentieri ma lui ha preferito andare a cercare fortuna altrove e noi siamo stati disponibili ad accontentarlo. Di conseguenza, poi, ci si è creato il problema della gestione dei portieri e abbiamo fatto una valutazione interna, notando la grossa crescita che nell’Under stava ottenendo Gianluca Confortin. Così abbiamo deciso di valorizzarlo. Se vi ricordate, a inizio stagione avevamo detto che i nostri principali obiettivi dovevano essere quello di stabilizzarci in A2 e quello di valorizzare i prodotti del nostro vivaio. Confortin è un prodotto del nostro vivaio, quindi la scelta è stata immediata. L’obiettivo era di valorizzare e premiare un atteggiamento serio e “da spogliatoio”: Confortin questo lo ha sempre messo al primo posto, a differenza di quanto accaduto in altre situazioni, per cui alla fine la gerarchia è stabilita. Confortin avrà l’opportunità di crescere alle spalle di Yuri Pozzo e grazie agli insegnamenti del nostro preparatore Walter Costagliola».

Sempre parlando di giovani, in squadra c’è Piccarreta che sta facendo passi da gigante e ora c’è anche Confortin. Ma qual è la situazione della vostra Under, in vista di un possibile passaggio di qualche elemento in prima squadra, anche se sappiao bene che il campionato a cui partecipano, con i loro coetanei, non è davvero allenante visto il livello generale piuttosto basso? «Il nostro obiettivo è quello, l’anno prossimo, di portar su qualche altro elemento dell’Under e ci sono già alcuni giocatori sui quali stiamo facendo delle valutazioni importanti. Già dalla seconda parte della stagione alcuni ragazzi dell’Under, anche con cadenza settimanale, verranno aggregati alla prima squadra e si alleneranno con la prima squadra. Questo nell’ottica di farli crescere, di far loro capire qual è la differenza sostanziale di ritmo, di tecnica e anche tattica che loro ancora non hanno nel loro campionato. Noi purtroppo paghiamo lo scotto della mancanza di una base. Non abbiamo intorno dei settori giovanili. Siamo noi i primi, insieme forse solo al Città Giardino. Non abbiamo un terreno fertile su cui far allenare questi ragazzi, mentre in altre regioni già da ragazzini iniziano a giocare a calcio a 5 e spesso frequentano la prima squadra. I nostri sono gli unici che lo fanno e lo fanno da un anno. E la quasi totalità dei nostri ragazzi arriva dal calcio a 11, con tutte le conseguenti difficoltà: hanno una buona base tecnica ma manca loro tutta la parte tattica del calcio a 5 che è completamente differente».

La difficoltà delle strutture: un altro dei grandi tasti dolenti per il calcio a 5 ligure. «Anche questa è una cosa che noi paghiamo a carissimo prezzo – conclude Paoletti – Noi abbiamo tutto il settore giovanile e la scuola calcio al Palaerbe, un po’ al “Campanella” gestiti da Franco De Benedictis. Siamo insomma un po’ itineranti. L’Under fa tutto a Borzoli e addirittura la prima squadra si allena un po’ a Borzoli e un po’ al Paladiamante. Il sogno è quello di avere finalmente, un domani, una nostra casa, la Cittadella della Cdm. Ci stiamo lavorando ma non è facile. Due o tre progetti in piedi ci sono e vedremo se, anche con l’aiuto delle istituzioni, riusciremo a realizzarlo».