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L’emergenza coronavirus e il decreto ministeriale di ieri mattina hanno spinto la LND a sospendere tutte le attività ufficiali fino a giovedì 12 marzo.  Ai microfoni di Telenord, nella parte dedicata ai dilettanti di TGN Calcio delle 13.30, il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti ligure Giulio Ivaldi ha fatto chiarezza sulla scelta di sospendere le attività, in attesa dell’importante Consiglio Nazionale della LND in programma lunedì.

Dott. Ivaldi, possiamo dire che il vostro comunicato di ieri fosse inevitabile, visto il decreto presidenziale?

“Il Decreto del Presidente del Consiglio, sostanzialmente, ha incaricato le società di nuovi adempimenti per i quali non abbiamo ancora chiarezza su come debbano essere svolti da un punto di vista tecnico e organizzativo. La volontà del movimento è quella di rispettare in pieno e ottemperare al 100% alle disposizioni che ci provengono dalle istituzioni. Ma lo vorremmo fare bene: ci siamo presi due giorni di tempo soprattutto per capire, affinché ci venga spiegato nel dettaglio che cosa bisogna fare, quali sono le incombenze dal punto di vista pratico, per ripeterlo alle società. Era inevitabile anche perché si sta creando una situazione di confusione tra società, dirigenti, giocatori, genitori: bisogna trovare una sintesi comune. Questa sintesi, in realtà, c’è già, e sono le ordinanze e i decreti ministeriali, ma devono essere interpretati in modo che noi li possiamo mettere in pratica. Altrimenti diventa un problema.”

Quanto conta in questo senso il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti di lunedì?

Conta molto, perché tutti i presidenti dell’Area Nord, insieme a quello dell’Emilia-Romagna, hanno chiesto espressamente che la LND si faccia interprete delle nostre domande. Ripeto, abbiamo la volontà di fare le cose che vanno fatte nella maniera migliore, ma ricordandoci che il nostro mondo è quello dei dilettanti. Queste normative sono dettate al mondo del calcio non tenendo conto che all’interno di questo mondo ci sono situazioni profondamente diverse tra professionisti e dilettanti.

Ivaldi ci spiega nello specifico le difficoltà legate all’Art.1 comma D del Decreto, secondo cui tutte le partite andrebbero disputate a porte chiuse e con controlli da parte di personale medico.

“È molto semplice per una società professionistica che gioca in casa di avere a disposizione un certo numero di dottori che svolgono quello che è stato chiesto di fare. Nel nostro mondo, per le società terza categoria, seconda, ma soprattutto per le partite delle giovanili, questo è un problema. Anche parlando di afflusso ci sono situazioni diverse: in Serie A c’è un afflusso di entrata e un afflusso di uscita unico: noi abbiamo partite che si giocano sullo stesso campo dalla mattina alla sera, con flussi di entrata e uscita difficilmente controllabili da un punto di vista operativo, pur decidendo di lasciare gli spalti vuoti.

In conclusione, qual è la linea della LND ligure?

Il ragionamento è questo: noi siamo perfettamente pronti ad aderire con molta responsabilità a tutte le iniziative che portino al contenimento della diffusione di questo virus. Siamo ossequiosi degli scienziati che dettano alle istituzioni cosa si deve fare. Però che ci dicano esattamente cosa fare. Come movimento ligure, abbiamo deciso di fermarci per non fare le cose male.

Grazie al Presidente Ivaldi per la sua cortesia e disponibilità.