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L’UOMO DEL GIORNO: FABIO FOSSATI

Se è vero che è l’avventura ad Albisola che lo ha reso noto nel mondo dei professionisti, Fabio Fossati ha alle spalle una gavetta niente male nel calcio dei dilettanti. L’ascesa con il Borgorosso Arenzano a inizio carriera, le avventure a Sestri e Caperana e la parentesi piemontese tra Asti e Casale. E poi la storia ad Albisola. Veni, vidi e, soprattutto, vici. Oggi, dopo aver scritto una pagina importante del calcio ligure e fatto della passione per il calcio una professione, Fossati non disdegnerebbe un’esperienza lontano da casa, pur mantenendo i riflettori puntati anche sulla nostra regione. Ne abbiamo parlato in una lunga chiacchierata telefonica.

Mister Fossati, come vedi la situazione attuale e come ti auguri vada a finire per quanto riguarda il mondo del calcio?

Cerchiamo di stare tutti bene e di fare il possibile per seguire le regole e fare attenzione. La mia idea è che, se – e solo se – ci saranno le condizioni necessarie, con grandi sacrifici (che sono soprattutto dei dilettanti…), ovviamente preferirei veder finire i campionati. Se non fosse possibile, la mia idea è quella di non assegnare nulla. Con otto, dieci partite da fare i campionati cambiano, cambiano salvezze, play off, vincitori… congelare la classifica non mi garba molto. Ma davanti a tutto, ripeto, c’è la salute: prima di iniziare qualsiasi partita devono esserci i presupposti per essere tranquilli.

È ipotizzabile uno scenario per cui finiranno i campionati professionistici e si fermeranno quelli dilettantistici?

Secondo me è lo scenario più probabile. Oggi in Serie A, B e C, pur con difficoltà differenti anche all’interno delle stesse categorie (in serie C ci sono realtà molto diverse), tutti lo fanno per professione. Quindi non hai le stesse difficoltà dei dilettanti, dove i ragazzi hanno un altro lavoro. Credo che, se anche si dovesse decidere di finire, anche i più restii a riprendere si rimboccherebbero le maniche per provare a terminare la stagione.

Questa situazione, per un mister “alla finestra” come te, è una doppia beffa.

Eh sì. Personalmente il calcio è centrale, perché è il mio lavoro. La stagione per me si è chiusa prima ancora di quello che pensassi: i presidenti in questi mesi dovranno gestire situazioni difficilissime. Questa è stata per me una stagione buca, complice la non iscrizione dell’Albissola.

Cosa successe esattamente?

Ho saputo a fine giugno del pericolo che non si iscrivesse la squadra… Avevo pronta la documentazione per il patentino Uefa Pro (con cui si può allenare anche in Serie A, ndr), in quanto il fatto che avessi un secondo anno di contratto con l’Albissola lo permetteva. Avevo deciso, per l’appunto, di dedicarmi a questo, dal momento che non avevo trovato l’accordo con qualche squadra che mi aveva contattato. Ma poi… l’Albissola sparisce, salta il contratto e mi ritrovo senza squadra i primi di luglio, quando tutte le squadre hanno già scelto l’allenatore, e senza la possibilità di fare il patentino Uefa Pro (per cui bisogna avere un contratto di 12 mesi, ndr).

Come mai non sono andati in porto i contatti?

Non c’era un progetto in prospettiva, che è la cosa che mi interessa molto più delle aspettative stagionali. Salvezza o vittoria del campionato non è importante, ho preso squadre che erano in zona play out senza paura. E non era un problema spostarmi fuori regione: anzi, mi piacerebbe anche uscire dalla Liguria, perché qui penso di aver fatto tanto e il desiderio di scoprire nuovi mondi mi dà nuovi stimoli. Ci sono stati degli incontri: altre ci avevo sperato, altre non le ho portate avanti io. Non è mai bello non allenare, però bisogna dire che l’unica volta che sono stato fermo un anno poi ho preso l’Albissola… e sappiamo come è finita. Guardiamo alla cabala! (ride, ndr)

Ci vuoi parlare, a proposito, di questa bella avventura con l’Albissola? Un’impresa che ha inorgoglito tutta la Liguria…

Sì, una grande soddisfazione per me, che non ero mai stato in Serie D. Non so dirti i dati, ma a memoria non ricordo un genovese che abbia vinto la Serie D con una squadra ligure. Il peso di quello che abbiamo fatto ad Albissola sta anche lì: non è facile vedere una ligure vincere il campionato di Serie D. Penso al Savona, ma in panchina c’era un non-ligure, Jacolino. E poi ci sono stati tanti ripescaggi.

Squadre che non hanno vinto il campionato, ma che forse erano più attrezzate.

Ma sì, senza dubbio! Guarda l’Entella… Gozzi è un Presidente favoloso, ce ne fossero migliaia di presidenti così. Lui e Matteazzi hanno fatto la storia. Sarebbe stato bello arrivare in categorie come quella dell’Entella. Chissà un giorno di riuscirci, per poter essere preso in considerazione…

Anche perché per te questa è più di una passione, è una professione.

Assolutamente. Ho fatto questa scelta “al buio” 3 anni fa, perché non avevo ancora il patentino Uefa A e non avevo ancora vinto il patentino di Serie D. Ero anche senza squadra. Ma credo in me e ho fiducia nelle mie idee. La passione si è trasformata in lavoro gradualmente: in passato ho rinunciato ad esperienze fuori dalla Liguria perché, avendo un altro lavoro, non potevo andarmene. Sono sempre stato dentro i 100 chilometri, diciamo. Oggi ho fatto questa scelta e continuo a pensare che sia quella giusta.

Torniamo all’avventura Albissola.

Ad Albissola abbiamo vinto un campionato con una squadra giovanissima che doveva solo fare un campionato tranquillo. I ragazzi hanno fatto il massimo, sono stati devastanti. Siamo andati in Serie C, purtroppo questa categoria bisogna imparare a conoscerla e a volte paghi dazio. Ho fatto qualche errore che non rifarei, tornassi indietro resterei di più sulle mie idee. Speriamo possa arrivare presto una seconda possibilità: aver fatto solo 7 partite mi lascia l’amaro in bocca, non per i risultati: la squadra era giovane, era normale un inizio balbettante. Non c’è stato tempo, ma è stata presa una decisione che rispetto, volto pagina e vado oltre. Cercando sempre di studiare, aggiornarmi, vedere partite.

In che modo?

Tra Serie A, B, C, Primavera e U17 ho visto più di 40 partite dal vivo, e poi ovviamente lavoro tanto da casa guardando filmati e partite. Mi aggiorno, so di poter fare molto, di togliermi soddisfazioni e riconquistare la C. Ma non metto il veto su nulla, anche una D con un progetto serio o un settore giovanile professionistico, perché no! Puoi incidere tantissimo su un giocatore di 16/17 anni. Il confronto con professionisti veri ti migliora sempre, confronti principii e idee e, con i ragazzi, li vedi sul campo a distanza di 2,3 anni. 

Beh, coi giovani ti è sempre piaciuto lavorare.

Molto. Ho tirato fuori tanti giovani negli anni, da Arenzano grazie a un percorso di 5 anni, ai tanti 2000 di Albissola, sicuramente aiutati già dalla scuola calcio Genoa da cui molti provenivano. Caruso, 99 in porta, Raja, Cambiaso, Calcagno… e tanti altri 99 che ho visto titolari in Serie C. Gibilterra è andato a Foggia, una piazza importante e per niente facile. Bisognava avere il coraggio di farli giocare, 2/3 anni fa. Ad Albissola  giocavamo con un 99 e due 2000 titolari. La cosa che ha funzionato è stato il mix tra giovani e vecchi. Vecchi ce n’erano pochi e per modo di dire (l’età media era di 22/23 anni), ma fondamentali.

Un peccato che abbia smesso di esistere una realtà con giovani così interessanti.

Sì. Ma Albisola non è Savona, Sanremo, Chiavari… L’Albissola ha avuto un’escalation nel giro di 2/3 anni importante che non ha dato tempo a tutta la struttura di crescere. Non basta crescere con giocatori e staff tecnico… Non ho pagato dazio solo io, ma tutta la società. Anche questi dirigenti, se si ritroveranno in categoria, attingeranno all’esperienza passata, cercando di fare meglio.

In Serie C hai potuto confrontarti con una qualità che non si vede nei dilettanti.

Qualità, gestione, strutture… penso a Piacenza, Pistoiese… squadre vere. L’under 23 della Juventus ha la stessa impronta della Juve dei grandi, te ne accorgi e tocchi con mano. Tra l’altro con loro abbiamo fatto una delle partite più belle della stagione, in Coppa Italia.

Ci vuoi fare qualche nome di giocatori che ti hanno impressionato?

Ne ho visti diversi. Ad esempio Mammarella, terzino sinistro della Pro Vercelli, ora alla Ternana, ha qualità, intelligenza, lettura… Fare un cambio gioco su di lui è impossibile. Non va neanche in fatica, giocatore favoloso. Mi vengono in mente anche Della Latta, Pergreffi… Nardi, “tuttocampista” del Novara. E poi va bè, in attacco che giocatore è Cacia? Un giocatore di 35/36 anni che quando si accende è fulmineo. In Serie C può giocare al 70% che fa la differenza. Tutti giocatori super contro cui è stato bello giocare. E mi girano anche un po’ le scatole di non poterli allenare! Magari in futuro.

E invece, in passato, che giocatori ti hanno dato tanto a livello calcistico e umano?

Ce ne sono davvero una marea. Alcuni hanno ovviamente smesso di giocare, come Cattardico che ho sentito ancora qualche giorno fa. Del primo vero anno in cui ho allenato, quando vinsi il campionato di Seconda Categoria, ricordo Corradi, Rossi, Pasini, Damonte, Calabretta, Sirianni, Lamberi, Volpe, Rosso… ne dimentico sicuramente qualcuno. Negli ultimi anni ti dico Cotellessa, D’Isanto, Cadenassi, Genocchio, Mussi, Franca, Croci, Rei, Livellara, Lanati, Di Dio… Al Sestri ricordo Lazzaro, Tabbiani, Mezgour, Quintana, Verdi, Anzalone, Fonjock, Balestrero… Tutti questi giocatori mi hanno dato tanto e mi hanno reso migliore. E non ho nominato i giocatori dell’Albissola! Ragazzi devastanti. E ti ho detto solo giocatori, ma ci sono stati anche tanti dirigenti importanti.

Cosa ti auguri per il futuro?

Non so dove mi porterà la strada del calcio, ma la percorro serenamente. Non metto veti, voglio lavorare. Ma in un contesto professionale: C, D, settore giovanile… ma devono esserci serietà, voglia di lavorare e di mettere in campo qualità e far crescere i giocatori.

Sul campo mister Fossati ha dimostrato tanto, diventando lo storico condottiero di un’Albissola da favola. L’augurio che gli faccio è quello di poter tornare a scrivere presto, in qualche piazza prestigiosa, una nuova pagina di storia calcistica.

T.I.

angelo sorbello

L’UOMO DEL GIORNO: la nuova rubrica di Dilettantissimo! Un’intervista al giorno ai volti noti del calcio dilettantistico ligure. Oggi è il turno di… Fabio Fossati.

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