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Mauro Foppiano. Un nome importante del calcio ligure, un mister che, in questi anni, ha saputo plasmare le squadre che ha allenato a sua immagine e somiglianza, trasmettendo ai suoi ragazzi un credo calcistico tipicamente “contiano”, sulla falsariga di uno degli allenatori italiani più vincenti del secolo corrente. Un mister sanguigno e passionale che ha trascorso gran parte della sua carriera nel levante ligure, fino all’attuale panchina del Golfo PRCA.

Mister Foppiano, domenica è stato l’anniversario della vittoria del campionato del Moconesi, nel 2016. Partiamo proprio da quelle emozioni.

È stato un campionato perfetto. Quando siamo partiti nessuno credeva in noi per la vittoria finale. Siamo stati bravi a crederci e a superare le difficoltà. Nonostante ci fossero squadre più forti, abbiamo centrato un obiettivo importante e storico, proprio mentre il Leicester vinceva il campionato in Premier League. Né noi, né loro partivamo con i favori dei pronostici.

Hai menzionato il Leicester di Ranieri, ma io so che c’è un altro allenatore italiano con un passato in Premier a cui ti ispiri…

Mi piace da morire Antonio Conte. Trasmette tantissimo ai suoi giocatori, mi rivedo un po’ in lui: nei modi di essere e di fare, negli atteggiamenti. La cosa più bella di Conte è che si vede la mano dell’allenatore: vedere la squadra gioca secondo il propor credo è un traguardo importante per un allenatore.

Conte è un grande trascinatore. E lo è anche Foppiano, visto che molti ragazzi sono legati a te.

Sono stato fortunato a fare una bella gavetta a Lavagna, in un settore giovanile molto importante. Ho trovato un grande mister in prima squadra, Andrea Dagnino, con cui abbiamo fatto un percorso di 9 anni. Sono cresciuto tantissimo e mi sono portato dietro questa esperienza nelle squadre in cui sono stato: Vecchia Chiavari, Leivi, Moconesi, Golfo. Se semini, raccogli. Se ai ragazzi dai tanto, loro ti danno ancora di più. Devi essere sincero, capire il loro modo di essere e saperli gestire.

Curioso che proprio con Dagnino tu ti sia ritrovato in Promozione.

Eh sì, con Andrea riusciamo anche a chiacchierare perché abitiamo vicino. Che bella sfida con la Goliardica! Peccato si sia interrotto – giustamente – il campionato… La penultima giornata gli avrei fatto visita a San Desiderio e sarebbe stato molto emozionante affrontare Andrea.

Il Golfo è una società importantissima nel levante ligure, per strutture e bacino d’utenza.

Assolutamente. È stato fatto un lavoro straordinario da Diego Marrale nel settore giovanile, insieme ad altre persone importanti come Varlani. Ogni anno si aggiunge un tassello importante, con leve dai primi calci alla prima squadra. C’è un trend positivo che ci fa lavorare bene e in sintonia.

Come stava andando la stagione?

Stavamo facendo il nostro campionato. Abbiamo sbagliato due partite, entrambe con il Little. La stagione è in linea con le mie aspettative: sarà difficilissimo finirlo, ma vincendo il recupero con il Canaletto saremmo a due punti dalla vetta. Se dovessi dare un voto alla mia squadra darei un 7+. Potevamo fare di più, ma anche di meno: in campo ci sono anche gli avversari e sono tutti difficili da affrontare, perché il campionato è livellato verso l’alto. Bisogna tenere le antenne alzate perché ogni partita riserva delle sorprese.

Ti aspettavi un campionato del genere dalle squadre spezzine?

Sì. Il Cadimare l’anno scorso ha fatto un mercato spettacolare a dicembre candidandosi per la vittoria finale. Anche il Canaletto del mio amico Bastianelli, grande motivatore, è una società seria. Il Forza e Coraggio è attrezzatissima per la vittoria finale. Dopo qualche anno anomalo, sotto gli standard, le spezzine sono tornate a fare bene in questi anni. E ne sono felice, perché il calcio spezzino è calcio vero. È difficile e stimolante andare a La Spezia. Quando l’anno scorso abbiamo vinto tanti scontri diretti in casa delle spezzine ero contento perché significa che la mia squadra ha avuto personalità. Poi però abbiamo perso le partite con le genovesi! (ride, ndr)

Facendo un tuffo nell’album dei ricordi: ci sono tanti episodi importanti nella tua carriera, oltre al campionato di Moconesi.

Ce ne sono molti. La vittoria dello Spallarossa a Bogliasco con i 91/92 della Lavagnese. Siamo stati l’unica squadra a vincere con i professionisti. Esperienza e riconoscimento unici vincere in finale con il Savona. La vittoria della Seconda Categoria con il Leivi, il miracolo salvezza con la Vecchia Chiavari. Ma ricordo anche le due finali regionali perse con la Lavagnese, contro Sanremese e Sestrese (una squadra spettacolare). Arrivare fin lì è stata comunque una bella cavalcata.

Ci sono giocatori che ti porteresti sempre in battaglia?

Intanto parto dal presupposto che sono tutti importanti e indispensabili. Detto questo, ogni allenatore ha i suoi pallini. Tutti sanno che il mio è Federico Mosto: ha tutto, voglia, cattiveria, determinazione. Sotto porta è devastante. Ha fatto un percorso straordinario alla Samp, poi un momento di appannamento, nel quale mi prendo il merito di avergli trasmesso ciò che avevo dentro. Da quando è arrivato a Moconesi ha iniziato un ruolino di marcia incredibile: la vittoria del campionato, i 20 e passa gol in eccellenza… da lì è tornato quello che è e sarà sempre. Un grandissimo giocatore. C’è molta empatia con Federico.

Mosto che è stato vicinissimo al Golfo quest’anno…

Più che vicino! Era venuto ad allenarsi due volte… con Rizzo e Massaro avrebbe composto un attacco straordinario. Ma tra i giocatori che mi porterei sempre dietro cito Andrea Monticone che è con me a Golfo. Lui e Mattia Bacigalupo li vorrei sempre con me, sono senza dubbio nella mia squadra ideale. E poi c’è il mio capitano di Moconesi Flavio Malatesta, un ragazzo intelligente che capisce sempre le situazioni e i meccanismi all’interno dello spogliatoio.” Poi il mister scherza: “C’è anche mio figlio Alessandro, ma questo non scriverlo che si monta la testa!”

Parliamo di futuro. Al di là di come finirà questa stagione, l’anno prossimo ti rivedremo sulla panchina del Golfo?

Assolutamente! Abbiamo ancora ieri fatto una videochiamata con i ragazzi. Aspettiamo le ultime decisioni, in ogni caso saremo pronti. O per ripartire da dove si è lasciato, o per iniziare un nuovo campionato. Ora aspettiamo solo che passi questa batosta, poi torneremo a giocare e io sarò sicuramente al Golfo. Anche perché sono qui da 2 anni, i miei amici me l’hanno tirata dicendo che vinco sempre al secondo anno. Mi toccherà vincere al terzo… anche se Dagnino non sarà molto contento!

Foppiano, dunque, lancia – seppur scherzosamente – il guanto di sfida. Le concorrenti sono avvisate: sarà il 2021 l’anno del Golfo Paradiso?

Lo scopriremo presto. Buona fortuna Mister!

T.I.

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