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Ad Albenga c’è un ragazzo campano di 18 anni che si sta facendo notare tra i dilettanti dopo aver incantato nelle categorie giovanili professionistiche. È Gennaro De Simone, classe 2002 e perso dell’Albenga di Lepore che fu Di Solari. Lo abbiamo contattato per saperne di più su uno dei talenti più puri del panorama ligure.

Genny, come stai passando la quarantena?

È un periodo molto particolare, sono abituato agli allenamenti e a giocare alla domenica, che dovrebbe essere il giorno più importante della settimana e invece ora è uguale agli altri. È una situazione strana stare a casa senza poter fare nulla.

Pensi si riuscirà a riprendere a giocare in tempi rapidi?

Non lo so, sinceramente. Ci sono giorni in cui l’emergenza migliora e giorni in cui peggiora. In questo momento spero che migliori la situazione in generale, per far sì che tutti possano tornare a far la propria vita. Il calcio viene dopo. È una dura sfida per tutti restare chiusi in casa, senza far niente, mentre tante persone devono andare a lavorare per dar da mangiare ai propri figli. E poi è dura anche per quanto riguarda il calcio: che brutto accendere la tv e non poter guardare una partita, non poter andare ad allenarsi, giocare la domenica. Speriamo che tutto torni alla normalità al più presto e che presto si possa di nuovo giocare a calcio…

De Simone Entella

De Simone capitano dell’Entella

Descriviti come calciatore.

La mia giocata preferita è quella di prendere palla spalle alla porta, girarmi e puntare l’avversario. Sono un trequartista, ma posso giocare anche come mediano o mezz’ala, ho una buona capacità organica (tenuta fisica). Ma preferisco giocare con la palla nei piedi, mi muovo per le zone del campo alla ricerca della palla e cerco di mettere in condizione i compagni di far gol.

Chi è il giocatore a cui ti ispiri?

Se devo dirtene uno in particolare dico Messi. È il modello di tantissimi bambini e di tantissimi giocatori, a lui mi ispiro tantissimo. Mi piace molto Douglas Costa, anche lui è veramente forte.

Raccontaci la tua esperienza all’Entella.

Sono arrivato all’Entella a 14 anni. L’Entella è una società che punta a lanciare tantissimi giovani tra i professionisti., Per me è una famiglia: a Chiavari mi hanno sempre trattato bene, senza mai farmi mancare nulla. Li ringrazio. Anche oggi, che dopo un infortunio sono andato in prestito all’Albenga, è grazie all’Entella che mi sono fatto conoscere un po’ in giro e tra le giovanili professionistiche.

Tu hai fatto tanti sacrifici per il calcio.

Questo sicuramente. Mi sono sempre adattato alle situazioni che la vita mi presentava. Ho un carattere particolare, ma l’Entella ha sempre saputo prendermi e io ho cercato di dimostrare che la scelta di prendermi sia stata giusta.

Oggi sei ad Albenga. Come ti trovi?
genny De Simone

La firma di De Simone con l’Albenga

Ad Albenga mi sono trovato bene fin da subito. La società mi ha fatto un’ottima impressione, una buona accoglienza. E mi ha dato la possibilità di mettermi in mostra nel migliore nei modi, anche se non gioca in un campionato professionistico.

Come giudichi il campionato dell’Albenga?

Il presidente ha fatto una squadra di qualità e quantità, con tanti giocatori di esperienza (io sono il più piccolo), ha sempre puntato a vincere il campionato. Noi non sempre lo abbiamo dimostrato sul campo: nelle ultime partite abbiamo lasciato un po’ a desiderare non mostrando le nostre reali qualità. Il periodo migliore lo abbiamo avuto a metà campionato, dimostrando di essere pericolosi e non avere paura di nessuno. Un rammarico è quello di aver perso la Coppa Italia e non aver tenuto i nervi saldi in quel momento lasciandoci, alla fine, scavalcare dal Sestri Levante.

Chi sono i giocatori più forti con cui hai giocato?

L’Entella è un ottimo settore giovanile in cui ci sono tanti giocatori forti. Uno dei più bravi si chiama Giorgio Grieco, lui ora è in prestito a Bologna, quindi ci siamo un po’ persi, ma con lui, insieme a Davide Villa, all’Entella ho legato tantissimo. C’era grande intesa in campo, un ottimo feeling.

De Simone Albenga

Photo Credits: Albenga 1928

Ci sono giocatori dell’Albenga che ti stanno facendo crescere come calciatore?

Ce ne sono tanti che a livello di esperienza mi stanno aiutando. Io sono un ragazzo abbastanza maturo, ma devo ancora migliorare tantissime cose se voglio crescere. L’aiuto che i ragazzi dell’Albenga mi danno è di tipo psicologico: hanno più esperienza di me, sono più grandi, hanno giocato tra i professionisti. I loro consigli sono utili.

In questa stagione hai conosciuto due allenatori, prima Solari, poi Lepore. Che rapporto hai instaurato con loro?

Con mister Solari ho avuto un buon rapporto, anche se entrambi abbiamo caratteri particolari quindi spesso ci trovavamo a scontrarci. Però in fondo in fondo ci capivamo! Eravamo uno più passionale dell’altro a livello calcistico. Lui vuole sempre la vittoria a tutti i costi, sente tantissimo la partita e ci dava tanta carica. Anche Mister Lepore è un bravo mister, lui invece è un pochino più “calmo” nel pre-partita. Poi ognuno ha i suoi metodi e i suoi moduli. In generale, il 4-3-3 ci ha sempre portato buoni risultati, quando invece abbiamo cambiato modulo per adattarci contro le altre grandi squadre del girone abbiamo sofferto. E abbiamo patito un po’ anche sotto l’aspetto della tenuta psicologica: siamo tutti giocatori tecnici e ai primi calcetti, alle prime provocazioni perdevamo un po’ di lucidità.

Futuro e sogni di Genny De Simone.

La Serie A è il sogno di qualsiasi calciatore. Mi pongo sempre degli obiettivi intermedi per il futuro, come è giusto che sia, ma cerco di concentrarmi sul presente e dare il massimo. Spero di migliorare per poter dimostrare le mie qualità in categorie professionistiche: cercherei di non farmi trovare impreparato.

Gennaro De Simone è stato uno dei diamanti più luminosi dell’U17 dell’Entella. Oggi, dopo un infortunio, tanti sacrifici e un’autostima “rimessa a lucido” ad Albenga, è pronto a tornare a brillare.

In bocca al lupo, Genny!