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La rassegna stampa del 9 aprile 2020, a cura di Dilettantissimo: prove di ripartenza nella confusione; le parole di Sibilia sul calcio dilettantistico; la polemica sul bonus dei 600 euro previsto dal “Cura Italia”;

La rassegna stampa del 9 aprile 2020, a cura di Dilettantissimo.

Il sistema calcio rischia di esplodere – Prove di ripartenza nella confusione

Nel mondo del calcio, come appare nell’articolo di Dario Freccero del Secolo XIX, si sta lavorando a un protocollo unitario e definitivo ispirato a “semplicità, fattibilità e attendibilità medico-scientifica“, come precisa Gabriele Gravina, presidente federale. La bozza di questo protocollo prevede la formazione di un “gruppo squadra” e di esami diagnostici da effettuare sulla rosa. Nella prima fase il gruppo “dovrà essere raccolto in un luogo chiuso” sanificato e rispettoso di tutte le norme igienico-comportamentali (centri di allenamento, ecc.). L’ideale sarebbe avere a disposizione centri moderni che però in Itala solo Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Cagliari, Parma, Sassuolo e Verona avrebbero a disposizione. E le altre? E questo è solo una delle numerose problematiche che potrebbero affiorare: allenamenti a gruppetti, senza contatti? La ripresa degli allenamenti? 

Ieri a Radio 24 l’amministratore delegato del Monza Galliani ha risposto alle dichiarazioni di Lotito, che vorrebbe l’immediata ripresa degli allenamenti: “La posizione di Lotito è corretta da un punto di vista istituzionale ma il calcio è uno sport di contatto, nelle fabbriche si sta lontano. (…) D’accordo iniziare prima che si può, ma deve stabilirlo la comunità scientifica. Se non riprendiamo il calcio italiano salta per aria“.

Ancora un altra campana, quella del presidente del Brescia Cellino: “La ripresa del campionato è un’ipotesi che il club vorrebbe evitare nel rispetto della triste realtà bresciana“.

La speranza è riprendere il 4 maggio, finendo a fine luglio, ma si tratta ancora di un’ipotesi davvero complicata. Esisterebbe un limite imposto: perché si possano concludere i campionati, si dovrebbe riprendere entro e non oltre il 7 giugno. Altre ipotesi vedono l’Italia trasformarsi in Sudamerica, agganciata all’anno solare, da gennaio a ottobre. (Dario Freccero, Il Secolo XIX, pag. 36)

 

Anche la D sceglie la vita

In Serie D l’obiettivo è, come il calcio professionistico, quello di ripartire appena possibile cercando di portare a termine i campionati. Come sappiamo, è stata prorogata la sospensione dell’attività fino a lunedì 13 aprile, si attendono ora le prossime decisioni da parte del Governo. Il Corriere ricorda che sono 496 le partite rinviate nei nove gironi, dopo i primi deliberati già un mese e mezzo fa. Nel girone A, che coinvolge le nostre liguri, sono 55 le gare saltate. Intanto, sono tante le iniziative di solidarietà delle società di Serie D, attraverso cui, nel piccolo, vogliono dare un contributo nella lotta contro il coronavirus. (Antonio Galluccio, Corriere dello Sport, pag. 29).

 

SOS CALCIO DILETTANTI – Sibilia: “Tremila club a rischio”

Il vide presidente Figc Cosimo Sibilia: “Rischiamo di perdere il 30% delle nostre società in Italia; fate un po’ voi i conti: significa circa seimila squadre di varie categorie. Sono numeri pazzeschi che non potremo sopportare“. E il calcio dei dilettanti? “È uno dei grandi aggregatori della nostra nazione” – continua Sibilia nell’articolo apparso questa mattina su Leggo – “Qualcosa di cui non si può fare a meno, oltre a essere uno sport sano e che aiuta a vivere meglio“. Davvero in 45 giorni si può concludere una stagione? “Se si riparte, sì. Noi lasciamo al grande calcio la possibilità di portare i campionati fino ad agosto; nel nostro mondo siamo abituati a concludere tutto il 30 giugno. Ma è chiaro che noi riprenderemo i campionati solo se avremo dal Governo e dall’ISS tutte le garanzie per farlo, nel pieno rispetto delle regole”. (Marco Lobasso, Leggo, pag. 7)

 

Sport e Salute conferma – “In arrivo altri fondi”

Sport e Salute (autorità governativa che gestisce le finanze dello Stato dedicate  tutto lo sport) è partita dal basso, saltando anche lo step delle federazioni, dedicando un fondo di 50 milioni (in forma di bonus da 600 euro) ai tesserati maggiormente in difficoltà. Ma i numeri in poche ore sono schizzati: sono 120.000 le richieste positivamente ultimate. A parlare, il presidente e ad di Sport e Salute Vito Cozzoli: “L’obiettivo, oltre all’aiuto economico, è riconoscere la dignità del lavoro sportivo (…) La piattaforma (dove fare richiesta d’indennità) sta andando bene, abbiamo individuato soluzioni innovative per evitare il sovraffollamento del sito.

È solo un primo passo, abbiamo in mente una serie di azioni concrete a sostegno delle società dilettantistiche. Il Governo è consapevole come noi che si dovrà fare di più, probabilmente aumentando anche la cifra di base già nel prossimo decreto.“. Cozzoli chiude: “Lo svolgimento dei campionati professionistici è legato alle decisioni del Governo in ordine alla ripartenza della fase due, per cui lo sport deve confrontarsi con la più generale esigenza di salute pubblica”. (Alberto Ghiacci, Corriere dello Sport, pag. 37).

 

Il bonus da 600 euro fa già litigare il mondo dello sport ligure

Come ormai sappiamo, il decreto prevede il bonus da 100 euro per chi riceve compensi inferiori a 10 mila euro. Ed è naturalmente polemica: il presidente del CONI Liguria Antonio Micillo ha infatti espresso la sua polemica: “In questo modo, si penalizzano tutti i tecnici che professionalmente, ogni giorno e per tutto l’anno, spendono la loro vita, la loro preparazione e la loro passione in favore dello Sport, quelli che tramite lo sport mantengono magari una famiglia e che con i soliti contratti sportivi non hanno nessuna tutela. Questa crisi evidenzia l’assoluta necessità di portare mano al mondo del lavoro nello Sport creando un comparto sportivo con contratto ad hoc“. 

Sentito il parere della giunta, ho scritto al presidente Malagò esprimendo la mia perplessità sul decreto chiedendo un suo intervento sul ministro Spadafora” ha concluso Micillo, il cui parere è condiviso anche dal deputato e responsabile dello sport del Movimento 5 stelle, il savonese Simone Valente: “La soglia dei 10 mila euro di reddito dei collaboratori sportivi per accedere al bonus dei 600 euro previsto dal Cura Italia è discriminatoria e anche sbagliata concettualmente“. (Roberto Pizzorno, La Stampa (Imperia e Sanremo), pag.45).

 

9 aprile

 

Questa era la rassegna stampa del 9 aprile 2020.

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