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In settimana, l’aveva detto più di una volta Stefano Pinto: guai a fidarsi della Poggibonsese. E così è stato.

«Quella di oggi  era una partita difficile – racconta il tecnico della Cdm Genova – Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata. Vieni dal ko con Pistoia che, inevitabilmente, ha lasciato qualche scoria nella testa dei giocatori, arrivi qui con i favori del pronostico perché, se guardi solo la classifica e quello che è successo all’andata in campionato, puoi anche aspettarti una partita facile, giochi in un palazzetto pieno, caldo, che spinge a mille. Per loro poi quella di oggi era la partita della vita, non avevano praticamente nulla da perdere e tutta la pressione era su di noi. Sapevo benissimo che sarebbe stata una partita molto più difficile e complicata di quello che ci si sarebbe potuto aspettare sulla carta. E così è stata».

«Abbiamo iniziato male il primo tempo, siamo andati sotto su un loro bel tiro da fuori ma poi abbiamo anche avuto la forza per pareggiare i conti, meritatamente. Nel secondo tempo, invece, siamo partiti molto meglio, abbiamo preso un autogol su un nostro errore a metà campo ma, da lì in poi, li abbiamo schiacciati rischiando davvero pochissimo. Ci è mancato solo il colpo per chiuderla ma non abbiamo mai corso rischi. E’ proprio questo su cui dobbiamo ancora migliorare, come abbiamo detto tante volte: nell’essere più cattivi sotto porta. In questo tipo di partite però ci può anche stare».

Forse però i traguardi più belli sono proprio quelli conquistati con le unghie e con i denti.

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