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Da giocatore lo chiamavano “Il principe” per quella sua eleganza innata ma, anche una volta appesi gli scarpini al chiodo, ad Andrea Dagnino quel soprannome è rimasto incollato addosso come un’etichetta, a testimonianza della sua piacevole gentilezza e disponibilità. Una dote però che, al momento di scendere sul campo per allenare, sa anche mettere da parte o almeno dosare nella giusta misura, riuscendo a dirigere al meglio la squadra che gli è stata messa a disposizione. Dopo 7 lunghi anni alla Lavagnese e il recente divorzio dai bianconeri, il “Principe” ora torna in sella con una nuova avventura sulla panchina del Sestri Levante.

«Quello che mi ha colpito subito – ci racconta Dagnino – è stato il colloquio col presidente, che mi ha detto che loro non cercavano un allenatore qualsiasi per il Sestri ma che avrebbero deciso di cambiare solo se io avessi accettato. Un’attestazione di stima e di fiducia che mi ha reso molto orgoglioso. A darmi poi la spinta decisiva per dire sì è stato il fatto di avere tanti giovani con i quali lavorare. E’ un po’ come essere in una sorta di squadra Primavera e credo che per me sia importante adesso anche mettermi alla prova in un campionato diverso ma che speriamo tutti che a breve possa anche cambiare».

Domenica si comincia subito col botto, perché il nuovo corso Dagnino sarà subito messo alla prova nella gara non facile contro il Finale. E lo scenario sarà proprio il “suo” Riboli di Lavagna, per l’indisponibilità dell’impianto di Sestri. «In questa settimana non credo che potrò fare grandi cose – ammette mister Dagnino – Non conosco ancora quasi nessuno quindi lavoreremo per cercare di conoscerci e di vedere come affrontare al meglio questo Finale, una squadra che in questo momento va a 100 all’ora, specialmente in trasferta. Emozione? Beh, il fatto di giocare a Lavagna un po’ di emozione la metterà sicuramente ma sarà solo per qualche minuto iniziale, poi dovrò pensare al mio Sestri».

Tra poco meno di un mese, invece, ci sarà proprio la sfida contro la Lavagnese. «Lì ho passato 7 anni della mia carriera. Sono stati 7 anni di crescita, nei quali credo di aver dato tantissimo ma credo anche che per noi adesso sia da pazzi pensare di provare a fare un campionato come quello che ambisce a fare la Lavagnese, una delle squadre che io metto fra le più quotate di questo torneo. Per noi, invece, ogni gara dovremo giocarcela come se fosse una finale, cercando di vincerla. Poi a dicembre, anche con il mercato, cercheremo di vedere come operare al meglio».

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