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Abbiamo intervistato il baby Giacomo Filì, classe 1996, cresciuto nel settore giovanile del Genoa ed ex Sestrese, al secondo anno al San Cipriano, autore di un gran gol domenica scorsa che ha dato il là alla rimonta dei polceveraschi.
<È stata una partita importante, una gran bella vittoria. Ricordo che il nostro obiettivo vero era la salvezza, anche se ora abbiamo un po’ alzato l’asticella con alcuni importanti risultati. Dopo le prime dieci giornate eravamo messi male, ora a 33 punti sembra quasi un mezzo miracolo. Ero partito stando sempre in panchina nel girone d’andata, stavo valutando il tutto, ma alla fine i ragazzi mi hanno convinto a rimanere; questo gruppo è davvero bello e non me ne sono affatto pentito di essere rimasto, remiamo tutti dalla stessa parte con grande entusiasmo, sembra di essere in una famiglia. La regola dei giovani obbligatori in Promozione ed Eccellenza? Non dico che sia insensata, ma più che altro metterei un limite di anzianità per quelli che ad oggi non ce la fanno più. Poi, è vero che i ’97 e i ’98 non siano smaliziati come un 35 enne, ma devono anche loro iniziare nel mondo degli adulti. Essendo un ’96, in effetti è un anno duro per me, così tanta panchina non l’avevo mai fatta, almeno all’inizio, ma ora sto giocando in mezzo al campo con Zanforlin e sono davvero contento per come mi sto esprimendo e per come sta andando al San Cipriano>.
Genoano da sempre, Giacomo Filì ha giocato per nove anni nel Grifone, una fede trasmessa dal nonno. <Chiusa questa esperienza, ho dedicato il tempo alla mia famiglia, gli amici, e la moto cross. Ora faccio Architettura e spero in futuro di trovare un lavoro degno. Il calcio sarà sempre la mia passione>.

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