E’ proprio il caso di dire “due pesi e due misure”. Nel Comunicato Ufficiale diffuso oggi, il Ligorna si è visto affibbiare la bellezza di 800 euro di multa per la presenza di «persona non iscritta in lista, ma chiaramente riconducibile alla società – si legge nel comunicato – indebitamente presente nell’area degli spogliatoi, [la quale] al termine della gara, rivolgeva espressioni minacciose ed irriguardose all’indirizzo della Terna. Ciò, reiteratamente anche dopo l’ingresso degli Ufficiali di gara all’interno dello spogliatoio loro riservato».
E fin qui ci sarebbe poco da dire, al massimo che il Giudice Sportivo ha avuto la mano un po’ pesante, se non fosse che, poco sotto nello stesso comunicato, si legge la sanzione comminata all’Acireale dopo che la propria tifoseria aveva fatto esplodere un petardo e una bomba carta all’interno del proprio settore dello stadio: 300 euro!
Ricapitolando: 800 euro per una protesta e 300 per l’esplosione di non uno, ma ben due petardi? Anzi, pardon, uno addirittura era una bomba carta… Alla faccia della proporzionalità della sanzione!
Senza contare poi che, a carico del Ligorna, è arrivata anche la squalifica del dirigente Raimondo De Maria fino al 21 novembre, sempre per proteste nei confronti dell’arbitro, e per due giornate del tecnico Luca Monteforte, il quale avrebbe avuto come colpa quella di uscire dal campo perché allontanato dall’arbitro e di essersi posizionato sugli spalti all’altezza della propria panchina «continuando ad impartire istruzioni alla squadra ed – recita sempre il Comunicato – a protestare».
Indipendentemente da quelle che possano essere state le parole usate da De Maria e Monteforte per far valere le proprie proteste, giustificate o meno che fossero, ci sembra al limite del paradosso che queste possano prevedere una sanzione quasi tripla rispetto al lancio di due ordigni esplosivi, potenzialmente molto più pericolosi. Un tempo si diceva “Ne ferisce più la lingua che la spada”. In Federazione l’hanno cambiato: “Ne ferisce più la lingua che una bomba” (carta, per fortuna!).