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Il nostro Uomo del Giorno è Enrico Ragni, tecnico della Voltrese e della Genova Beach Soccer. Quest’anno, per il mister classe ’75, la stagione si è interrotta sul più bello, con la sua squadra in testa al campionato di Prima Categoria B e la GBS che scaldava i motori in vista dell’imminente campionato di Serie A Beach Soccer.

Mister, stavate andando fortissimo. Solo una pandemia ha posto fine alla vostra corsa…

Purtroppo, al di là della classifica e della categoria, non mi sarei mai aspettato in 44 anni che potesse accadere una cosa del genere. Peccato perché eravamo primi, a più 5 di vantaggio con lo scontro diretto a favore, a 8 giornate dalla fine. Qualcuno dice che era tutto aperto, io, dalla mia piccola esperienza da giocatore, dico che sarebbe stato difficile riprenderci. Per quanto riguarda i campionati, credo che fino a ottobre/novembre non si riprenderà. Lavoro in un supermercato, le situazioni che ho visto non mi fanno ben sperare per gli sport di squadra. Penso che, dopo l’emergenza sanitaria in cui abbiamo dimostrato di essere comunque abbastanza organizzati, il problema più grosso sarà di tipo economico-sociale. Le persone stanno rimanendo senza soldi. Ci saranno grosse problematiche di questo tipo. Spero di sbagliare.

Ripercorriamo la tua carriera.

Alleno da una decina di anni, sono stato per tre anni il vice di Massimo Sciutto a Lagaccio, dove abbiamo sempre centrato gli obiettivi, salendo in Promozione. Poi con il mio amico Gagliardi sono andato ad allenare il Cffs Polis, arrivando secondi dietro al Merlino. Il secondo anno, dopo la morte improvvisa del presidente, ho percepito una mancanza di fiducia da parte di chi lo sostituì. La stagione successiva un’esperienza che mi ha fatto cambiare prospettiva: ho allenato i bambini della Sestrese, una cosa che non pensavo avrei potuto fare (io vivo per i 3 punti, il risultato). La voglia e la passione dei bimbi mi ha ricordato che il calcio, prima di tutto, è un divertimento. Poi sono andato a Bogliasco, subentrando a dicembre con la squadra in zona play-out. Ma la rosa era molto valida, arrivammo quinti. L’anno dopo centrammo i play-off: non vincemmo il campionato per aver perso una partita a tavolino: la prima di campionato avevamo fatto giocare un giovane squalificato… Sciutto, l’anno dopo, mi ha portato a Savona, dove ho collaborato prima con Grandoni, poi con Boschi in Juniores. A metà anno Ernesto non è riuscito a continuare, con il mister degli allievi Cesare Enrico abbiamo unito gli intenti e abbiamo vinto il campionato sia con gli Allievi che con la Juniores. Vai a giocare fuori regione, abbiamo vinto il derby a Sanremo, tanti ragazzo di quell’anno fanno l’Eccellenza… belle soddisfazioni. E quest’anno Sciutto mi ha portato con sé a Voltri, e la storia di quest’anno la sai.

Ragni intervistato da Dilettantissimo

Qualcuno chiama il girone del sabato di prima categoria “il terzo girone di Promozione”. Sei d’accordo?

A parte due anni in Promozione, ho quasi sempre fatto la prima categoria al sabato. Già da giocatore, posso dire che questo girone fosse molto complicato. Ma con questo non sminuisco il girone della domenica: quando ero a Bogliasco, nel girone C c’erano squadre come Varazze, Isolese, Caperanese, Via Acciaio, Sampierdarenese… E il Borzoli di quest’anno avrebbe fatto comunque bene nel girone del sabato. Va molto ad annate: quel che è certo è che non è mai facile vincere il campionato.

Analizziamo il testa a testa con l’Anpi. Voi eravate partiti piano ma siete cresciuti tantissimo…

La Voltrese ha un allenatore nuovo, una dirigenza nuova e 18 giocatori nuovi. Arrivavamo da due retrocessioni consecutive: ripartire dalle ceneri e riconquistare l’ambiente fin da subito era difficile. A me piace giocare a calcio e questo all’inizio ci ha fatto un po’ faticare, con qualche pareggio e qualche infortunio di troppo. Quando abbiamo recuperato i vari acciaccati, come ad esempio Mazzei, siamo venuti fuori facendo ottime partite e adempiendo a quello che ci era stato chiesto: vincere il campionato.

Com’è gestire un ex professionista come Gian Bianco?

C’è Bianco, ma ci sono anche Cardillo, Mazzei, Molinari, ragazzi che hanno fatto la Serie D… Ti rapporti in maniera seria e senza prendere in giro nessuno, dai vecchi ai ragazzini. Rispetto tutto e sono felice di averli, ma la squadra viene prima di tutti. Quando hai una squadra così forte bisogna anche saperli gestire. Per fortuna ho trovato Uomini veri che si sono sempre comportati bene e, anche se a volte non hanno giocato – perché comunque si deve giocare in 11 – hanno sempre messo davanti la squadra. Gian è un top, non l’ho mai sentito una volta vantarsi di aver fatto la Serie B, quando era infortunato è sempre venuto a sostenerci ed è sempre tra i primi a scrivermi a fine partita.

Da portiere, non posso non evidenziare la grande stagione del tuo estremo difensore.

Guarda, Mancuso non lo conoscevo se non di nome. È stata una scoperta piacevole. Nella prima parte del campionato, dove avevamo un po’ faticato, è stato davvero devastante. Siamo molto ben messi in quel reparto, penso all’altro portiere Ragusi e a mister Petitti. L’unico leggero calo di forma di Mancuso è arrivato dopo l’infortunio con il Bargagli, dopo aver preso due calci nella mano. Ha voluto stringere i denti per giocare (gesto di grande mentalità) ma allenandosi poco ha perso un po’ di smalto. Ma è uno dei più forti della categoria, un gatto. E nonostante non sia altissimo, è fortissimo nelle uscite.

Il Coronavirus ha fermato anche un’altra squadra a cui sei legato: la Genova Beach Soccer.

Un altro grosso dispiacere. Non per mia moglie che finalmente mi ha a casa… Pensa che oggi sono uscito a passeggiare coi pantaloni della GBS. Chi non ha mai vissuto il “Beach” non può capire quanto sia bello. È come se fossimo dei professionisti, dall’allenatore in seconda Gianni Felicità, al team manager, al fisioterapista… Ma del resto ho giocatori molto professionali, tra Cammaroto, Giovinazzo, Napello, Brunelli, Grilli, Malinconico, Oliviero, Brema, Edo Grosso che se facesse il portiere sarebbe il titolare della Nazionale… non faccio i nomi di tutti ma vorrei citarli dal primo all’ultimo, davvero. Avevamo la Coppa a Napoli tra dieci giorni, ci aspettavano tappe a San Benedetto, Lignano, Catanzaro… un peccato. Ma giocare senza pubblico non avrebbe avuto senso, considerato che di solito giochiamo davanti a 1000/2000 persone. Se lo vivi ti innamori, davvero.

Ragni con la GBS

Cosa c’è nel futuro di Ragni? 

Non so se riuscirò ad arrivare in alto e non ci penso. Quello che posso dirti è che l’esperienza di Savona mi ha cambiato la vita. Ho lavorato con professionisti che mi hanno fatto migliorare tanto. Ma so anche che devo migliorare su tanti altri aspetti, e l’unico modo per farlo è continuare a lavorare. “La vittoria è di tutti e la sconfitta è orfana”, diceva sempre mio papà. Chi allena deve saper reagire alle situazioni negative, alle partite storte, ai propri errori. Non posso dirti cosa farò in futuro, perché solo i risultati lo diranno. Quello che è certo è che l’anno prossimo sarò ancora alla Voltrese.

Ed è probabile che, se la Federazione terrà conto dei meriti sportivi conseguiti sul campo, al San Carlo di Voltri l’anno prossimo ci sarà aria di Promozione. E in panchina, neanche a dirlo, siederà Chicco Ragni. Buona fortuna, mister!

T.I.