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CONTINUA LA NOSTRA NUOVA RUBRICA: C’è SOLO UN PRESIDENTE! OGGI è IL TURNO DI MASSIMO PARODI, PRESIDENTE DEL MARASSI, entrato da poco nel mondo dei  dilettanti è subito entrato tra i protagonisti. Con lui abbiamo toccato diversi temi tra questi il suo futuro che sarà differente da quello attuale.

QUANDO HAI APPROCCIATO PER LA PRIMA VOLTA AL CALCIO DILETTANTISTICO?

Sono circa 5 anni. I primi 2 li ho passati all’ombra di Fulvio Trabace con il quale ci conosciamo da ragazzi. Da circa 3 anni ho più autonomia, questo per me è il quarto campionato. Sono entrato in contatto con il mondo dilettantistico attraverso  Bartolucci che mi invitò a vedere una partita del figlio Pietro che giocava nel Marassi dove il presidente era Fulvio Trabace, mio grande amico d’infanzia. Era il 2015 o giù di lì e niziai a seguire, ad andare a vedere gli allenamenti. Mentre nel 2017/18 ho preso in mano la situazione. 

QUAL è STATA LA MOLLA CHE TI HA FATTO AVVICINARE A QUESTO MONDO? 

La passione, perché da ragazzo giocavo, fino a quando non mi sono fatto male, mi sono rotto il crociato a 20 anni. Il mio infortunio mi ha tenuto distante da questo mondo, avevo abbandonato proprio perché per me era stato doloroso non poter più giocare da protagonista.

DOVE HAI GIOCATO?

Fino a 16 anni ho giocato nel Genoa. Successivamente passai per due stagioni alla Levante C. Infine nell’Arenzano e poi in prestito al  Ligorna, con mister Tanganelli, grande allenatore. Quella del Ligorna era una buona squadra. In quella stagione la rottura del crociato, in pratica significava dire addio alla alla possibilità di giocare ancora in maniera agonistica era il 1985. Uscendo in modo così traumatico dal mondo del calcio, me ne sono sempre tenuto alla larga negli anni a venire, è stato doloroso. Ho sempre giocato ovunque a pallone, in strada, tornei, per me il calcio era tutto. Sono stato costretto a dire basta, patendoci non poco. Poi l’invito a vedere Pietro mi ha fatto tornare la passione di un tempo, ma in veste diversa. Mi sono fatto coinvolgere e sono contento.

HAI TROVATO QUALCHE VECCHIO COMPAGNO DI GIOVENTU’ TORNANDO IN QUESTO MONDO? 

Si! Balboni, che giocava nel Levante C, due anni insieme nella stessa squadra. Lui è più grande di me, ma all’epoca ii ’64 secondo semestre  veniva inserito assieme al ’65 primo semestre, io sono di giugno e per qualche giorno rientravo con la leva più grande.

Tra quelli più grandi di età ricordo anche Battiston, che aveva due anni in più di me, Luca Monteforte, che negli ultimi anni ha allenato Albissola e Ligorna. Loro erano già in prima squadra, ed era una rosa decisamente competitiva. Io giocavo centravanti. Ora che mi viene in mente ricordo anche Torrice, l’attuale presidente del Ligorna giocava difensore nel Molassana.

IN POCHI ANNI HAI PORTAO IL MARASSI IN PROMOZIONE, CATEGORIA MAI RAGGIUNTA IN 55 ANNI DI STORIA

Si, ma non so se sia stato un bene o un male. Ho rotto equilibri che era meglio non toccare. Il Marassi per come è strutturato e per le risorse che ha, senza campo e senza settore giovanile, è più adatto a disputare il campionato di Prima Categoria. Prima era un gruppo di amici che giocava a calcio riuscendo a salvarsi. Con il mio arrivo gli obiettivi erano cambiati, ma non era un segreto per nessuno.  Aver portato il Marassi in promozione mi ha fatto rimanere da solo, in molti si sono allontanati.

MA COSA E’ ACCADUTO L’ANNO PRECEDETE ALLA PROMOZIONE?
 Eravamo primi nel girone di Andata, campioni di inverno con 5 punti di vantaggio sulla seconda, ultimi in quello di Ritorno con una squadra di livello stratosferico. Avevamo due attaccanti che in categorie superiori (Albrieux e Ghiglia) avrebbero fatto la differenza,, ma noi non siamo stati capaci di farli coesistere. 

Addirittura Albriaux se ne andato alla 6^ Giornata senza riuscire mai  a giocare con Ghiglia, che stava recuperando la forma migliore. Samuele  rientrò in squadra alla 7ª  contro il Burlando, formazione che vinse il girone e che battemmo segnando 4 gol.
A fine campionato era normale che da presidente facessi un’analisi che mi  ha portato a cambiare il mister nella stagione successiva. Infatti arrivò  Repetti  alla guida tecnica. Purtroppo non fu una scelta condivisa, ma che io mi sentivo di imporla essendo presidente e finanziatore.

Questo non è stato gradito da parte di molti dirigenti del Marassi che si sono allontanati.
Però analizzando la stagione era una scelta inevitabile dopo un torneo  simile. Avessimo gestito meglio quella coppia di assi avremmo fatto il salto di categoria in quel campionato che dal punto di vista dei risultati è stato un fallimento. Nel calcio ricordi sempre gli ultimi risultati e nel girone di ritorno abbiamo fatto ultimi nella classifica parziale dietro la Riese e il San Desiderio. Terrificante.

LA DECISIONE DI PRENDERE REPETTI SI E’ DIMOSTRATA VINCENTE  
Direi di si, con REPETTI  Allenatore abbiamo raggiunto l’obiettivo promozione in un solo anno, ma sono rimasto solo. A distanza di una stagione posso dirlo, non ho festeggiato niente, ero un pò deluso, mi sono anche interrogato tra me e me, però la risposta era sempre la stessa: erano stati fatti degli errori e ho preferito cambiare. Non sono stato apprezzato dalle persone che avevo intorno e sono rimasto molto deluso.

TORNASSI INDITRO ?

Tornassi indietro ci penserei 100 volte a salire di categoria. Anche se io gioco solo per vincere, mai per fare secondo, ma almeno ho il coraggio di dirlo, non mi nascondo. 

DALLE TUE PAROLE SI INTENDE CHE NEL FUTURO PROSSIMO CI SARA’ UN  DIVORZIO CON IL MARASSI?

Sì è un pò il segreto di pulcinella ormai lo sanno tutti. Il 30 di giugno le strade si separeranno. Ho intenzione di perdere altre strade. Se non fosse scoppiato questa pandemia, si sarebbe sviluppato tutto con più riservatezza. Questo per rispetto dei miei giocatori, che si meritano davvero tanto. Il campionato non riprenderà, e secondo me è giusto, ci sono cose più importanti da traguardare come la salute delle persone e mettere a repentaglio la vita dei ragazzi per giocare a calcio non mi sembra la soluzione più idonea.

PER QUANTO RIGUARDA I RAPPORTI PERSONALI CON LA SOCIETA’?

Diciamo che dal punto di vista personale con Fulvio i rapporti sono sempre ottimi, siamo cresciuti insieme. Per quanto riguarda  il resto preferisco tenere per me i sentimenti che sto provando, sono molto amareggiato, ma non arrabbiato. La delusione deriva dalla stato di solitudine in cui mi sono trovato.

SICURAMENTE CI SONO STATI ANCHE LATI POSITIVI ? 

Certo  l’entusiasmo è rimasto vivo grazie a diversi giocatori importanti   come Cavallino e Stradi, Robotti,Da Ronch oltre ad altri:  sono convinto che nel momento del bisogno li troverò sempre, dimenticavo. Giocatori che mi tengo stretti. Loro sono fatti così non guardano in faccia nessuno in campo danno sempre il massimo, ma dopo la partita finisce la loro carica agonistica e diventano persone piacevoli con cui mi confronto piacevolmente. Sono contento di averli in squadra con noi. Poi c’è poco da dire, sono anche bravi.  

BILANCIO AL PRIMO ANNO DI PROMOZIONE?
Direi molto bene! Al Primo anno in promozione abbiamo fatto un ottimo campionato, ci siamo fermati sul più bello, eravamo molto in forma prima dello stop per i noti motivi.. Nell’ultima partita abbiamo battuto il Golfo PRCA con 3 gol. Nelle ultime 8 giornate sono convinto che avremmo raggiunto la zona play off, sono pronto a scommetterci.

IL CALCIO DILETTANTISTICO HA UN POSTO NEL TUO CUORE CHE SAPPIAMO ESSSRE DEL GENOA ?

Si, il calcio dilettantistico ha preso una parte del mio cuore, ma senza togliere nulla al Genoa, che è il primo amore ed è un amore di famiglia che si tramanda. 

SECONDO ALCUNE INDISCREZIONI SEMBREREBBE TU DEBBA ANDARE AL SERRà RICCO, è VERO ?

Andrò al Serra Riccò, ma non come presidente, mi presento in punta di piedi e darò una mano. Società molto organizzata e attrezzata con delle persone che fanno calcio da 30 anni. Mi ritengo onorato del fatto che possano aver individuato nella mia persona un soggetto idoneo a sviluppare ulteriormente i loro obiettivi.  Approfitterò certamente di tutta la loro esperienza. Da parte mia spero di portare entusiasmo.

AL SERRA RICCò CI SARANNO GIOCATORI DEL MARASSI?

Sicuramente, tanti sono cresciuti in quelle zone. Se avrò la possibilità penso che alcuni giocatori mi seguiranno. Uno di questi è Ghiglia. Lui fa la differenza ovunque. Doveva diventare giocatore professionista. Era il capitano e gemello di attacco di Icardi nella primavera della Sampdoria.
Il passaggio dal settore giovanile alle prime squadre è sempre un momento drammatico, si è trovato catapultato in serie D. Per lui che  pensava di fare il professionista probabilmente è stata una grande delusione.. È venuto a giocare con me perché siamo amici, con il lavoro Non ci si può allenare come tra i professionisti.

Se avesse il tempo e il fuoco dentro di allenarsi farebbe la differenza per più di un quarto d’ora a partita (risata). Chiunque lo veda lo capisce subito, ha i movimenti, i tempi, le intuizioni per come vede il gioco. I giocatori come lui allenati tutti i giorni giocherebbero tra i professionisti.. Avesse avuto più fortuna lo vedremmo tra i protagonisti di club di Serie A. Purtroppo c’è stato qualcosa che  è andato storto.

QUANTI ANNI PENSI DI RIMANERE TRA I DILETTANTI? 

Io sono uno che si affeziona, se sto bene in un posto resto  anche 30 anni. Non sono uno che cambia tanto facilmente o tanto per farlo. La storia con il Marassi è nata per caso, successivamente sono rimasto solo. . 

ATTUALITà, è EVIDENTE CHE QUESTA PANDEMIA CAMBIERà IN MANIERA RADICALE IL MODO DI INTERPRETARE IL CALCIO ? 

Credo che cambierà tutto a questo punto, non solo il mondo del calcio. Nessuno di noi ha ben realizzato come sarà il dopo. Anche il calcio dilettanti dovrà resettarsi e ripartire. Le risorse erano scarse già in questi anni, figurati i prossimi. Molta gente rischia il posto di lavoro, aziende che rischiano la chiusura. 

CHE CONSIGLIO DARESTI TU PER RIPARTIRE ?

Per ripartire sarebbe necessario fare del debito pubblico, nonostante io sia sempre stato una persona rigorosa. 
Indebitare il  privato che ha finito le risor
se, significa creare disoccupazione e chiudere le aziende, le quali sono costrette a chiedere dei prestiti per far fronte alle spese posticipando il problema in maniera temporale. 
Qualcosa deve arrivare dall’amministrazione pubblica per far ripartire l’economia.

A LIVELLO LOCALE COSA PENSI SI POTREBBE FARE?

Per il prossimo campionato devono essere riviste  le quote di iscrizione. La LND dovrà pensare ad una soluzione per far arrivare delle risorse in qualche modo. Io come altri imprenditori ho la priorità di curare gli interessi dei miei dipendenti e delle loro famiglie. A mio modo di vedere le Iscrizioni ai campionati devono essere simboliche. Se venisse meno tutto il sistema del volontariato, tutte quelle persone che per passione lavano le maglie, gonfiano i palloni, la situazione diventerebbe pesante. Le funzioni sociali di tutte queste società, come di altri sport, dovrebbero essere sostenute di più. 

MASSIMO CONCLUDIAMO CON UN CONSIGLIO CHE TI SENTI DI DARE ?

Dobbiamo star uniti, ci dobbiamo credere. È un momento difficile, serve ottimismo e dobbiamo venirne fuori tutti insieme. Ora non è il momento di criticare ma è il momento di essere uniti stando a distanza di sicurezza.

SI CONCLUDE COSì L’INTERVISTA A MASSIMO PARODI IN ESCLUSIVA PER DILETTANTISSIMO. CONTINUA A SEGUIRCI!

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MASSIMO PARODI