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Se le vittorie alzano il morale e fanno lavorare con più tranquillità, le sconfitte ti mettono davanti a un bivio: o abbattersi e vedere tutto nero oppure reagire, analizzare quello che si è fatto e impegnarsi per farlo ancora meglio. Se la sconfitta patita dalla Cdm Genova in Coppa Italia, sabato, da parte dell’L84 ha detto qualcosa, è sicuramente che i ragazzi di Michele Lombardo ci sono, sono vivi e soprattutto sono all’altezza del compito che li attende da qui a pochi giorni, quando inizierà il campionato di Serie A2.

Per molti di loro (così come per tutto il futsal ligure!) sarà un debutto assoluto su un palcoscenico così importante e fino a sabato pomeriggio la squadra non si era mai confrontata con il calcio a 5 della Serie A, se non lo scorso anno quando in Coppa di Divisione al Paladiamante arrivò l’Imola. Ma quella era tutta un’altra storia…

La sfida contro l’L84 ha infatti lasciato sicuramente tanto amaro in bocca ma ha anche detto che questa squadra, questi giocatori e questo staff è pronto ad affrontare questo grande salto. Nel primo tempo la Cdm ha saputo andare in vantaggio per ben due volte e solo per due disattenzioni dei singoli ha subito i gol degli avversari. Prima regalando a El Adlani un contropiede evitabilissimo e poi lasciando Marchiori troppo libero di colpire sull’angolo sempre del francese. Due sbavature costate care e pagate subito. Perché la Serie A è questa.

Nella ripresa, il forcing dei ragazzi di Lombardo è valso solo una traversa e tante, tantissime occasioni a rete sulle quali il portiere neroverde Luberto ha fatto gli straordinari. Poi la doppia doccia fredda che di fatto ha spaccato il match, condannando i biancoblù ad un ko forse immeritato ma che può davvero fare bene. Un po’ come le medicine di una volta: spesso amarissime da mandare giù ma che, come ci diceva la nonna, “vedrai che poi stai meglio”. E il segreto di questa medicina è il capire cosa si è sbagliato e in cosa c’è ancora da fare un passo in avanti.