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PIETRO BUTTU, L’UOMO DEL GIORNO: “FINALE È CASA”

Pietro Buttu, chi conosce il mondo del calcio ligure lo sa, non ha peli sulla lingua. È abituato a dire ciò che pensa, e i risultati del campo gli hanno spesso dato ragione. Alla soglia dei 50 anni, con un patentino UEFA A nuovo di pacca nella tasca dei pantaloni, l’impressione è che sentiremo a lungo parlare di lui. Con Buttu abbiamo affrontato vari temi, dal suo passato ricco di trionfi arrivando all’attuale situazione di stallo.

Mister, il Presidente della LND Sibilia ha detto che vuole terminare la stagione. Tu cosa ne pensi?
“La situazione è in evoluzione e non è di facile lettura. È una cosa lunga e complicata, basta guardare un tg o sentire le notizie che arrivano dalla Cina. Io dico che a questo punto, siccome le situazioni lavorative dovranno riprendere con gradualità, anche il calcio, come il lavoro, debba riprendere, sempre che ci siano le condizioni. Il calcio fa parte della nostra normalità, e piano piano bisognerà tornare alla normalità. Se ci saranno le possibilità si dovrà riprendere e finire. Mancano poche giornate, visto che tutte le attività dovranno riprendere, bisognerà andare avanti anche con il calcio. Il campionato 2020/21 può iniziare dopo, si può sacrificare la Coppa Italia. Ma per me il campionato va finito: la vita, e il calcio, devono ripartire da dove ci siamo fermati.”

SIBILIA: VOGLIAMO COMPLETARE LA STAGIONE

Dacci la tua lettura del campionato del Finale.
“Guarda, per me personalmente è stato l’anno più duro, difficile da quando alleno. Ritornare un seconda volta dopo aver fatto la storia di questa società e aver ottenuto le maggiori gratificazioni, tornare con un programma ultra ridimensionato non è stato facile. Non siamo infatti partiti benissimo, con tanti ragazzi giovani. E meno male che c’erano perché questa estate hanno giocato la Coppa Italia. Tra questi ragazzi, una grande soddisfazione è stata quella di far esordire, con merito, mio figlio di 16 anni, insieme a tanti suoi coetanei. Mi mancava solo questo. La squadra, nella seconda parte, ha avuto un’evoluzione straordinaria. Per meriti propri, devo essere sincero. Porta, De Benedetti, Vittori, Ferrara, la vecchia guardia, hanno avuto un’evoluzione impressionante trascinando la squadra che ha inanellato risultati eccezionali, con Genova Calcio, Imperia, Busalla, Pietra Ligure. Un peccato doversi fermare, la squadra viaggiava con il pilota automatico, io potevo starmene a casa! Mi ha gratificato in una maniera incredibile.”

finale, serie d con pietro buttu

L’impresa del 2016/17: Finale in Serie D

La partenza un po’ incerta è da imputare al fatto che la squadra sia molto giovane? In questo senso, la crescita di metà anno farebbe ben presagire per il futuro.
“Quando ti dico che per me è stato l’anno più difficile da affrontare non scherzo: la rosa era giovanissima, per farti capire abbiamo iniziato la preparazione con sette 2003. Il budget era contenuto. Sapevo a cosa andavo incontro, però non è facile per un allenatore che ha vinto tutto tornare in questo modo e trovare motivazioni forti. L’obiettivo, comunque, era salvarsi, e in questo momento, grazie alla crescita mentale, fisica e qualitativa della squadra, saremmo salvi. Forse per risalire ci serviva toccare il fondo, e cioè perdere male con il Molassana ultimo in classifica.

I MAESTRI DEL CALCIO, 2017: PIETRO BUTTU

Il fatto che tu torni spesso a Finale fa pensare che ti trovi particolarmente bene in questo ambiente…
“L’anno scorso ho fatto la scelta di andare ad Imperia: penso che la piazza imperiese sia una meta per un allenatore, sono andato molto motivato. Ma, dal punto di vista umano, è stato un anno disastroso, non per i giocatori e gli splendidi tifosi, ma per la società. Durante la stagione abbiamo fatto 19 partite senza perdere, nonostante la dirigenza fosse sempre contro di me. Pensa che sono stato sospeso per essermi fatto male esultando dopo un gol al 94’, quando io mi sarei presentato il giorno dopo con il gesso per terminare la stagione. Penso non sia mai successa una cosa del genere. Fu un comportamento allucinante da parte della società. A causa dell’infortunio persi anche il corso di Coverciano per allenatori professionisti. Il giorno dopo mi comunicarono la sospensione. Il tatto non sanno neanche dove stia di casa… ma io ho fatto sempre il massimo e non rimpiango niente.”

LA NOTIZIA DELLA SOSPENSIONE DI PIETRO BUTTU

E quindi il ritorno a Finale…
“Tornare a Finale era come tornare a casa, ho accettato un ridimensionamento, anche se subito non è stato facile. E sono riuscito a conseguire, finalmente, il patentino da allenatore professionista l’11 settembre. Un grande orgoglio, visto che molti dei corsisti sono professionisti e pochi, tra cui il sottoscritto, vengono dalla “gavetta”. Arrivarci da solo, con i punteggi conseguiti allenando, senza cercare scorciatoie… è stato bello.”

Raccontaci l’anno della promozione in Serie D. Nessuno vi dava tra i favoriti.
Tra i favoriti proprio no, infatti. Io arrivavo dal primo esonero in carriera in Serie D: non ero incazzato, di più. L’Eccellenza non l’avevo mai vinta, e sono arrivato a Finale parecchio motivato. C’erano giocatori assatanati, che come me avevano perso la Serie D. Ricordo quando mi chiamò alle 3 di notte Lamin Jawo dicendomi che il Vado l’aveva lasciato a casa. Penso anche a De Benedetti, Vittori, Molinari, tutti ragazzi giovani. E poi Anselmo, Ferrara, Porta. Con la partenza di Edo Capra, siamo partiti a fari spenti, ma abbiamo vinto un campionato strepitoso, perdendo solo una partita in casa (con la Sanremese, rimanemmo in 10 al 1’ minuto). Abbiamo dato 7/8 o più punti a squadre che avevano speso 5, 6 volte in più di noi.

FINALE IN SERIE D: IL SERVIZIO DI SIMONE MAGGI

Tra i tanti calciatori che hai avuto, vuoi menzionarne qualcuno che ti ha colpito per qualità umane e tecniche?
Se devo dirtene uno, ti dico Enrico Perlo. Un ragazzo incredibile, purtroppo l’anno in cui ci allenammo il pomeriggio non riuscì a rimanere. Avrebbe meritato la gratificazione di vincere il campionato, è un giocatore strepitoso. Aveva classe e forza, per il compagno si sarebbe ammazzato. Menziono lui proprio perché non è riuscito a essere gratificato dai risultati che abbiamo ottenuto subito dopo… ricordo bene le emozioni della Coppa Italia, quando eliminammo Imperia, Cairese, Vado. Fu entusiasmante come vincere un campionato. Campionato che poi, comunque, vincemmo davanti all’Imperia, in un Felice Borel strapieno. Perlo l’ho fatto venire io a Finale, non ha ottenuto i risultati che avrebbe meritato e di questo me ne dispiaccio.

i tifosi del finale nella foto di Pietro Buttu

Il futuro di Pietro Buttu?
“Mi auguro che si possa finire il campionato e che si riesca a tornare a giocare a calcio, in modo che questi ragazzi raccolgano sul campo il risultato sportivo che meritano. Gli addetti ai lavori, che a dicembre ci davano per retrocessi, ci hanno dato una bella carica. Questa squadra non la fermava neanche il coronavirus.”

Pietro Buttu: un allenatore schietto, preparato, ambizioso, che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà e che, dopo ogni traguardo raggiunto, pensa già a quello successivo. In bocca al lupo, mister!

Tommaso Imperato

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