Un fatto risalente addirittura a ottobre 2015 e che adesso mette nei guai non solo i protagonisti dell’avvenimenti, Sedki Akkari e il Via dell’Acciaio, società per la quale Akkari era tesserato all’epoca dei fatti, ma anche il Little Club, formazione per la quale l’attaccante è oggi tesserato. Ma proviamo a ricostruire l’accaduto. Alla fine della gara di campionato del 18 ottobre 2015 contro il San Gottardo, Akkari – stando alla ricostruzione accertata dalla Procura Federale – colpiva al volto Paolo Menini causandogli la frattura scomposta del setto nasale e 30 giorni di prognosi. Nel comunicato di oggi, Akkari viene condannato a una squalifica di nove mesi e il Via dell’Acciaio ad un’ammenda di 300 euro a titolo di responsabilità oggettiva per l’accaduto. La cosa però più singolare è che, tutto questo, si sarebbe svolto praticamente all’insaputa del Little Club, con il quale oggi gioca Akkari.
«Non sapevamo assolutamente nulla della convocazione della Disciplinare – ci racconta Gessi Adamoli, dg rossoblù – Il giocatore non si è nemmeno presentato ed è stato condannato in contumacia, senza quindi alcuna possibilità di perorare la propria causa. Se avessimo almeno saputo dell’udienza, avremmo sicuramente cercato di convincerlo almeno a presentarsi. Sapevamo dell’accaduto ma non dell’indagine della Procura Federale. Ora non possiamo far altro che prenderne atto»
Ci potrebbero essere gli estremi per un ricorso? «Non credo proprio, a meno che non si decida di ricorrere a quella che una volta era la Caf, ma deve farlo il giocatore, non il Little Club che è del tutto estraneo alla vicenza. Si tratta però di una strada lunga e anche costosa perché bisogna affidarsi ad un avvocato, va presentata a Roma ecc… Per cosa poi? Al massimo penso potrebbero ridurre la squalifica di tre o quattro mesi, che poi cadrebbero in estate quindi servirebbe a molto poco».
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per voi quindi. «Quello che mi sento di dire è che Akkari è un giocatore spesso fin troppo chiacchierato, ma posso affermare che con noi ha sempre avuto un comportamento irreprensibile in questi mesi: il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Prendiamo atto di questa squalifica, non possiamo fare altro».
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