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di Tommaso Imperato

È uscito ieri il Decreto firmato dal Presidente del Consiglio con tutte le indicazioni necessarie ad arginare la diffusione del Coronavirus tra la popolazione. Per chi ancora non lo avesse letto, o volesse leggerlo interamente, alleghiamo qui il Decreto. Limitandoci ai provvedimenti attuati per il mondo dello sport, il punto c dell’Art. 1 del decreto è molto chiaro:

c)      sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d (e quindi il mantenimento della distanza interpersonale di 1 metro, ndr);

Circa i termini temporali del decreto, l’Art. 4 specifica che queste disposizioni saranno valide fino al 3 aprile 2020.

In sintesi, non si può fare calcio. O meglio, ci è consentito farlo, ma solo se:

  1. ci si allena o si gioca a porte chiuse;
  2. Ogni società sportiva effettua controlli medici su tutti i partecipanti alla partita o all’allenamento.

Questo significa che ogni società dovrebbe, prima di tutto, dotarsi di personale medico. Ciò è ovviamente irrealistico per quanto riguarda le società dilettantistiche, i cui tesserati spesso esultano se al campo trovano anche solo che un massaggiatore che li scaldi prima di allenamento. Come si può pensare che ad ogni allenamento, dai primi calci alle prime squadre, sia presente al campo personale medico che possa fare “controlli idonei”? Oltretutto, il personale medico sarebbe interamente a carico delle squadre dilettantistiche, che spesso a malapena riescono a iscriversi ai campionati. Se realmente si è in uno stato di emergenza, infine, non sarebbe meglio impiegare il personale medico dove realmente serve?

Questo decreto, di fatto, non nega la possibilità ai dilettanti di fare sport, ma è studiato apposta per rendere impossibile praticarlo. Così, le istituzioni “se ne lavano le mani” autorizzandoti a giocare, ma richiedendoti l’attuazione di provvedimenti inattuabili. Per quanto riguarda lo sport di base e le attività motorie in genere, anche qui la beffa: si può fare, ma solo stando almeno a un metro di distanza. Praticamente possiamo andare a correre, stando molto attenti a non incrociarci. E forse, per rispettare la distanza interpersonale di 1 metro, molti mister dovranno abbandonare la cara, vecchia marcatura a uomo e passare definitivamente a quella a zona…

Le domande che personalmente mi faccio sono molte. Perché mettere tutte queste regole cervellotiche e non vietare direttamente l’attività sportiva a tutti i livelli? Perché non assumersi le responsabilità prendendo una posizione chiara e decisa? Solo il tempo potrebbe così dire se la decisione presa sarà stata giusta o sbagliata. In questo modo, comunque vada, le istituzioni non hanno perso occasione per mostrarsi carenti e inadeguate sul piano della comunicazione.

Infine, ci sono le grandi incoerenze all’italiana. Perché ieri sera al Picco (Campionato di Serie B gara Spezia Pescara) c’erano, assiepate sugli spalti, circa 10.000 persone, ma i giocatori in campo non si sono potuti stringere la mano per rispettare le norme igienico sanitarie? Perché la Serie A si è fermata, mentre la Serie B ha giocato come se nulla fosse? Perché a Torino Juventus e Milan, (Coppa Italia) con tutti i medici, controlli, ispettori del caso non hanno giocato la semifinale, mentre nella stessa città il Sestri Levante ha giocato una gara valida per la Coppa Italia di Eccellenza?

Ecco, una sola richiesta vorrei fare alle istituzioni. Decidete come ritenete sia più giusto: chiudete tutto, lasciate aperto… insomma, fate come volete: ma con una logica coerente! Diversamente  ci sentiamo presi in giro.