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I GRANDI DEL PASSATO: INTERVISTA A FRANCO TOGNATO. Non esiste un presente o un futuro senza un passato. Ogni società ha una storia, specialmente quelle più longeve che, nel corso degli anni, hanno avuto uno svariato numero di giocatori e alcuni di essi sono ricordati con piacere, avendo lasciato ottimi ricordi agli addetti ai lavori e agli appassionati.

Conosciamo bene dell’impresa epica più recente del Finale nella prima stagione al ritorno in Serie D, quando i giallorossoblu di Pietro Buttu riuscirono a terminare il campionato al quinto posto, qualificandosi ai playoff. Il Finale non figurava in Serie D da 51 anni, quando nel 1965 retrocesse dopo cinque stagioni consecutive di permanenza in quarta serie, per giunta con risultati molto soddisfacenti.

Un tempo, per riferirsi al Finale, si parlava solo dei “giallorossi” e non dei “giallorossoblu”; questo perché non c’era ancora stata la fusione con la Finalborghese, che nel periodo di riferimento si era sciolta. Sono passati circa 60 anni, il calcio è cambiato e le categorie sono differenti. Ma questo lo sanno anche le vecchie glorie finalesi che, chi spesso e chi di tanto in tanto, si siedono nelle gradinate del Borel per sostenere la squadra. Oggi una di queste è qui con noi a raccontarci un po’ della sua avventura finalese, facendo riferimento anche al presente: abbiamo il piacere di intervistare Franco Tognato, classe 1936 ed ex centrocampista giallorosso, anche capace di trasformarsi in bomber. Nel ringraziare Franco per la sua disponibilità, diamo il via all’intervista:

Quali sono le squadre per cui ha militato prima del Finale, e per quale motivo si è spostato in Liguria?

«Giocai nelle giovanili e prima squadra del Casale, assieme a giocatori del calibro di Morbello, che successivamente militò nell’Inter e Castelletti, che militò nella fiorentina e anche in nazionale. Poi venni girato in prestito alla Cossatese. Il motivo per il quale mi fermai in riviera è perché feci il militare ad Albenga, allora usava il prestito militare della durata di un anno e quindi giocai al Finale e, alla scadenza di esso, mi comprarono a titolo definitivo. Infine conclusi la mia carriera nel Pietra Ligure».

Che ricordi ha di quegli anni?

«Sicuramente ottimi ricordi: nel 1960 salimmo in quarta serie e in una competizione simile alla Coppa Italia svoltasi a Rimini. In questa coppa ci qualificammo terzi, che fu un grandissimo risultato. Dopo fui ceduto alla Loanesi per due anni, dove feci due stagioni incredibili segnando un totale di 45 goal. Fu così che il Finale decise di riacquistarmi e continuai a giocare in quarta serie fino al 1965».

Quale partita ricorda con piacere e quale con rimpianto?

«La partita che ricordo con maggior piacere è un Vercelli-Finale, vincemmo 1-2 e segnai il gol della vittoria. Sinceramente non ho nessun rimpianto in particolare ma, ovviamente, perdere non faceva mai piacere: in casa non succedeva quasi mai, mentre con le trasferte non avevamo un buon feeling».

Quali sono i calciatori più forti con cui ha giocato?

«Il primo che mi viene in mente è Etrusco che si differenziava per la tecnica, perché in  precedenza aveva già avuto esperienze in serie B; anche Angelo Bergallo, che tecnicamente non era un granché, ma era uno che la buttava sempre dentro ed infatti, proprio per questo motivo, era stato convocato anche in Nazionale italiana Dilettanti».

Ho sentito che il suo soprannome era Manubrio, perché?

«Sinceramente non saprei dirlo con certezza…presumo che sia per la mia andatura a braccia larghe».

Che differenze ci sono ta il calcio di oggi e quello di una volta?

«Il calcio dilettantistico di una volta era nettamente più lento, ma a mio dire più spettacolare, mentre quello di oggi è improntato sulla velocità e forza fisica. Un’altra differenza è che ai nostri tempi si facevano 1/2 allenamenti a settimana, mentre adesso 5 giorni più la partita alla domenica».

Lei è sempre a vedere le partite del Finale. C’è qualche giocatore che le assomiglia?

«Mi è difficile fare un paragone, perché una caratteristica che mi ha contraddistinto era saltare l’uomo e tirare da fuori area. Tuttavia, un ex giocatore giallorosso che secondo me è dotato di un gran tiro è Gianmaria Genta».

 

 

Ci tengo ancora a ringraziare Franco Tognato per aver raccontato avvenimenti passati che ai finalesi, e agli amanti del calcio dilettantistico in generale, fanno piacere riscoprire. La speranza è quella che i tifosi del Finale possano gremire le tribune del Felice Borel e tifare ancora per il Finale.

 

di Davide Firpo (Sportivamente, informando)

 

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