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Il Ciccione, stadio casalingo dell’Imperia, società che milita nel campionato di Eccellenza, sembra ormai abbandonato a se stesso. Il terreno di gioco è ridotto ormai a una boscaglia incolta e la logica dice che non potrà essere riseminato prima della primavera/estate.

La squadra di mister Pietro Buttu, prima in classifica a +4 dal Rivasamba (secondo), è costretta da inizio stagione a giocare sul neutro di Andora.

La Voce di Imperia ha sollevato la questione sull’impianto sportivo Ciccione, tornando sul piano della “Cittadella dello Sport”.

“Il cantiere della fantomatica “Cittadella dello sport” nell’antistadio (campi di padel, da bocce e percorso vita) che nulla ha a che fare con il calcio si protrae da cinque mesi e le fotografie della situazione sono impietose.

Lì, dove si dovrebbe giocare solo a pallone, perché il “Ciccione” non è stato concepito come un impianto polivalente. Piuttosto negli spazi sotto la tribuna centrale potrebbero trovare ospitalità palestre per la ginnastica e spogliatoi, come era stato progettato anni fa da un presidente che vedeva lontano”.

“Singolari le posizioni del presidente del club di piazza d’Armi Fabrizio Gramondo, uomo vicinissimo al sindaco che lo ha recentemente nominato nel consiglio di indirizzo della Fondazione Carige e del suo braccio destro in società, Daniele Ciccione importante esponente della maggioranza che sostiene il sindaco Scajola

Si dice che alla fine ci sarà un nuovo impianto di illuminazione. Nelle tristi immagini che arrivano da piazza d’Armi in effetti le vecchie torri faro non ci sono più. Ma dei nuovi pali fino ad oggi nemmeno l’ombra.

Per rimuovere le vecchie torri si è passati sul terreno di gioco, un tempo tra i green più belli della regione, che, devastato, è come si è detto completamente inutilizzabile e andrà rifatto.

Chi pagherà? E, per rimanere in tema, quando al Ciccione risplenderanno le nuove luci, cosa ci troveremo davanti?”