Skip to main content

Stefano Buccellato, ce lo racconta in questa lunga intervista, è sempre stato un allenatore. Anche quando giocava sui campi di Eccellenza e Serie D, già si sentiva portato. E per un gioco del destino si è trovato a iniziare il suo percorso sulla panchina della squadra del paese che lo ha visto nascere e crescere. Cadimare e Buccellato, una bella storia d’amore, il cui “lieto fine”, con la possibile vittoria del campionato di Promo B, è stato per ora congelato dall’emergenza coronavirus.

Mister, la situazione non è delle migliori e il calcio si ferma. Ma c’è anche chi, per lavoro, non può fermarsi, e tu sei tra questi.

Sì, io ho un banco di prodotti ittici al mercato, siamo tra quelle categorie che continuano a lavorare. Ti dico la verità: è cambiato completamente il nostro tipo di lavoro. Ora lavoriamo quasi esclusivamente su consegne a domicilio. Purtroppo inizio alle 3.30 e finisco alle 18.30, mi impegna diversamente rispetto a prima.

Parlando di campo, mi ricordo di te già nel 2017: tu sei al Cadimare da molto tempo…

Per me è il terzo anno da allenatore, e l’ultimo anno da calciatore l’ho fatto proprio qui a Cadimare, 4 anni fa, vincendo i playoff di Prima Categoria. Sono nato a Cadimare: è una questione di cuore, ancor prima che di calcio.

Dai play off di Prima Categoria 4 anni fa all’attuale primo posto in Promozione. Si può dire che il Cadimare sia in costante crescita?

Diciamo che c’è stata una costruzione graduale soprattutto a livello organizzativo e societario. Abbiamo fatto i primi due anni in Pomozione con un gruppo che si conosceva e si portava avanti dalla Prima Categoria. L’anno scorso abbiamo integrato la rosa con giocatori che venivano dall’Eccellenza. Quest’anno abbiamo cambiato parecchio, pur mantenendo l’ossatura principale, ad esempio tenendo Sarti, Lunghi, Forieri, Cotugno. Abbiamo inserito ragazzi bravi ma giovani, (penso a Sarti Alessandro, Cupini, Giannini), giocatori che gli anni scorsi avevano trovato meno spazio in altre squadre e quindi con motivazioni importanti.  E poi ci sono fuoriquota molto bravi, che spesso si comportano come dei vecchi. A dicembre ci siamo ringiovaniti ulteriormente: se è vero che oggi siamo davanti, abbiamo ancora margini di miglioramento importanti.

Ma adesso c’è lo stop.

Sì, stop forzato. E ti dirò, non riesco a immaginare una eventuale ripresa. Sotto tutti i punti di vista, mentale, fisico e a livello di motivazioni. Diventa veramente difficile riprendere, dopo due mesi e mezzo sarebbe come ripartire da zero. Siamo dilettanti, dovremmo giocare in giorni infrasettimanali, tanti ragazzi stanno spendendo ora i giorni di ferie e non li avrebbero più a disposizione, le società avranno sempre meno sponsor… Sinceramente non la vedo bene. È molto complicato.

Prima hai elogiato i tuoi giovani. Non è un caso che le squadre di Promozione che investono sui giovani, alla lunga, abbiano risultati importanti.

Siamo stai anche fortunati: abbiamo trovato i giovani giusti. Ragazzi seri, prima del giovane sotto l’aspetto calcistico c’è il giovane sotto l’aspetto umano. Spesso i ragazzi hanno aspettative deluse dai settori giovanili e tendono ad abbandonare o, peggio, ad abbandonarti durante l’anno. Noi abbiamo trovato 6/7 ragazzi veramente bravi e seri. Spesso abbiamo giocato con 5, 6 giovani senza che nessuno se ne accorgesse. Poi io per “giovani” intendo anche ragazzi non più fuoriquota, ma quando parliamo di 97 e 98 parliamo di giocatori con grandi margini di miglioramento.

Nella Top11 che ci hai mandato per gli “All Star Games” ci sono giocatori di ben 10 squadre. Il girone B di Promozione è dunque di livello alto?

È un campionato che a fine girone di andata ti avrei detto fosse di livello più basso: oggi, invece, ti dico che il livellamento è verso l’alto. Nel girone di ritorno squadre di fondo classifica, penso a Bogliasco e Real Fieschi sono tornate alla carica: hanno giocatori importanti e fanno risultati importanti. In questo girone di ritorno la prima soffre con l’ultima, sono tutte partite difficili. La Goliardica, ad esempio, attrezzata sulla carta per categorie superiori, ha trovato difficoltà dovute al fatto di incontrare avversarie organizzate e con singoli più forti rispetto alle aspettative estive.

Torniamo al passato. Tu hai avuto una carriera mica male…

Esco dalle giovanili della Migliarinese, che ora non esiste più. Ho fatto tre anni di Spezia fino alla Beretti, poi tre anni di Eccellenza da fuoriquota alla Pontremolese. Dopodiché la Serie D: quattro anni al FoCeVara, Este, Val d’Aosta,Sarzana in Serie D. Poi l’Eccellenza alla Lucchese, dopo il fallimento della società. Infine gli ultimi anni a La Spezia: tre anni di Magra Azzurri, poi Colli di Luni e Cadimare.

Meglio allenare o giocare?

Allenare mi piace, anche in campo sono sempre stato un po’ allenatore, ero portato. Però è molto più impegnativo far l’allenatore, da giocatore ti concentri soprattutto su te stesso. Ci sono tanti aspetti e persone da considerare da allenatore: giocatori, staff, dirigenti… È più stressante, probabilmente.

Ti sei tolto tante soddisfazioni nella tua carriera. Resta qualche rimpianto?

Soddisfazioni, a livello di risultati, i campionati vinti e le importanti salvezze raggiunte. L’anno della Lucchese è stato una cavalcata importante in una piazza che seguiva l’Eccellenza come se fossimo professionisti. Sono stati belli anche gli anni a Pontremoli, i primi anni con i grandi. Soddisfazione grandissima salire con la squadra del proprio paese, Cadimare. Rimpianti ti dico il Magra Azzurri: fare 72 punti e non riuscire a essere promossi è un grande rammarico. Ma qualche rimpianto fa parte del percorso.

Nel tuo futuro c’è il Cadimare?

Non lo so, non ci ho pensato. Prima vediamo come andrà a finire quest’anno. Comunque finirà la stagione, pur rispettando ogni decisione che verrà presa, nessuno ci toglie ciò che di buono abbiamo fatto fino ad oggi. La soddisfazione rimane tanta, soprattutto perché non ci troviamo in questa posizione casualmente o per una giornata di fortuna: siamo ai vertici da inizio campionato, insieme alle 2/3 squadre che sono lì con noi. Noi e la Forza e Coraggio ci siamo sempre alternati in testa. Meriti e soddisfazioni non ce le toglie nessuno. E stare sempre lì davanti è bello, via! Ma ci sono cose più importati ora.

Persone particolarmente importanti nel tuo percorso da allenatore?

Dovrei ringraziarne tantissimi. Mi limito a fare un ringraziamento generale alla società Cadimare e al vicepresidente, dottor Russo, che tre anni fa mi ha dato l’opportunità di iniziare ad allenare. Se oggi posso più o meno considerarmi allenatore è grazie a lui che mi ha dato fiducia.

Ricordo quando incontrai Buccellato, era un Athletic-Cadimare e, a fine match, il mister analizzò la partita in maniera molto onesta e obiettiva. Valori non comuni nel calcio di oggi, dove spesso viene più comodo tirare acqua al proprio mulino. Tre anni sono passati da allora, il Cadimare è sempre più forte e, sicuramente, grande merito va proprio al suo condottiero. Buena suerte mister!

angelo sorbello

 

L’UOMO DEL GIORNO: la nuova rubrica di Dilettantissimo! Un’intervista al giorno ai volti noti del calcio dilettantistico ligure. Oggi è il turno di… Stefano Buccellato.

Seguici sui social! Troverai tanti sondaggi anche sui nostri portali! Siamo su Instagram (@dilettantissimo_official), Facebook (Dilettantissimo) Twitter (@Dilettantissimo), oltre al canale Youtube (Dilettantissimo) dove potrai trovare le puntate di Dilettantissimo, Dilettantissimo EXTRA, Serie B, gli highlights, le interviste e tutti i nostri contenuti multimediali!
Iscriviti al nuovo canale Telegram di Dilettantissimo (@
DilettantissimoTV)!

CLICCA QUI PER TORNARE ALLA HOME