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Per la rubrica “Next Gen”, abbiamo ascoltato oggi il giovanissimo Mattia Foti (classe 2003) giocatore dell’Ospedaletti. Che la società ponentina sia l’ambiente perfetto per la crescita dei ragazzi ormai è un dato di fatto; combinatelo ora all’incredibile capacità del “mago” Caverzan di riuscire sempre tirare fuori dal cilindro giovani talentuosi e promettenti; il prodotto che avrete è Mattia Foti, 16 anni, trequartista, mezza punta e all’occorrenza anche esterno destro (mancino), convocato in più occasioni in rappresentativa ma di grande utilità anche nell’economia del campionato della prima squadra (tre gol). Lo abbiamo visto anche a segno per la prima volta in Eccellenza, davanti all’obiettivo delle nostre telecamere, al Macera di Rapallo…

Contro il Rapallo Rivarolese è arrivato il tuo primo gol in Eccellenza. Che cosa hai provato?

«Un’emozione unica: è stata anche un po’ una liberazione perché l’avevo cercato anche prima di quella partita contro il Rapallo. Poi, un po’ me lo sentivo: avevo avuto altre occasioni durante il match, avevo anche colpito il palo… è stato davvero bellissimo».

 

Mattia Foti segna la sua prima rete in Eccellenza al Macera contro il Rapallo Rivarolese Rapallo Rivarolese – Ospedaletti 1-2: il servizio di Dilettantissimo

 

Raccontaci qualcosa del calciatore Mattia Foti: inizi a giocare piccolissimo proprio all’Ospedaletti… 

«Avevo quattro anni, e ho iniziato proprio con l’Ospedaletti, dove sono stato circa due anni. Poi ho fatto un po’ ti trafila alla Carlin’s Boys (la vecchia Sanremese), e poi sono tornato all’Ospedaletti per l’ultimo anno di giovanili. Quest’anno mister Caverzan mi ha aggregato alla prima squadra: mi trovo benissimo in questa società, è stata una grande fortuna per me capitare nell’Ospedaletti: una società che punta a far crescere i giovani, un ambiente fantastico composto da persone simpatiche e sempre disponibili, e con un mister che cerca sempre di “pescare” dal settore giovanile: oltre a me infatti ha fatto esordire molti altri miei coetanei. E inoltre, è un tecnico davvero molto bravo e preparato. L’Ospedaletti per me è diventato una famiglia».

Ci sembra di capire che ti trovi molto bene con il mister.

«Benissimo. Mi ha insegnato moltissime cose: muovermi nello spazio, contro-movimenti e tantissimi altri dettagli che nelle giovanili non avevo mai fatto. Non posso non trovarmi bene con mister Caverzan».

All’Ospedaletti siete molto giovani… come ti sei trovato in prima squadra? Che rapporto hai instaurato con i più grandi?

«Come vi dicevo prima, l’Ospedaletti è una famiglia: si ride e si scherza, (acqua fredda, shampoo e ciabatte nascoste!), ma soprattutto mi insegnano come comportarmi in campo, che movimenti fare… c’è un bellissimo rapporto con tutti, a partire da i più grandi (Sturaro, Fici, Espinal), sempre disposti e disponibili a dare una mano a tutti. Prima che andasse via, come punto di riferimento ho avuto Maurizio Alberti, che mi ha dato buoni consigli ed è sempre stato molto bravo con me. Poi, ho stretto amicizia con Roberto Fici, con cui parlo spesso e mi dice cosa fare… non posso far altro che ascoltare e imparare da un giocatore con la sua esperienza in Eccellenza e in Serie D».

 

mattia foti

Ospedaletti, foto di squadra. Foto dal sito ufficiale dell’Ospedaletti.

 

Qual’è il gol più bello, che porti nel cuore (anche nelle giovanili)?

«Sicuramente il gol di cui parlavamo prima, contro il Rapallo, è stato molto emozionante. Nelle giovanili invece ne ricordo uno in particolare: ero alla Sanremese, mi ero infortunato al ginocchio e non ero potuto partire titolari. Entrai gli ultimi cinque minuti, e segnai su punizione con il ginocchio mezzo fasciato: un gran gol, mi sono emozionato!»

C’è qualche modello, tra i dilettanti e i professionisti, a cui fai riferimento?

«Beh, dalle nostre parti c’è Filippo Scalzi, un giocatore davvero bravissimo: mi ispiro un po’ a lui anche perché abbiamo più o meno le stesse caratteristiche ed è un mancino come me. Poi, guardando nella mia squadra, c’è Fabio Sturaro che è impressionante: velocità e dribbling, fortissimo. Tra i professionisti invece, da juventino, ti dico Dybala: è il mio giocatore preferito, numero dieci mancino e trequartista…»

Un periodo senza calcio, e la stagione da qualche giorno ha finalmente avuto il suo punto. 

«Mi manca tantissimo. Gli allenamenti con la squadra, faticare tutti insieme… le partitelle, il pranzo prima della partita, l’atmosfera che si respira nello spogliatoio e l’esultanza dopo un gol. Credo che il calcio manchi a tutti, soprattutto quelle sensazioni, quelle emozioni, che si provano dentro e fuori dal campo, prima, durante e dopo le partite. Io sto cercando di tenermi allenato, ogni settimana vado in bici: ma non è la stessa cosa. La decisione presa per i campionati interrotti è stata, credo, davvero difficile: secondo me è giusto iniziare con la nuova stagione, per il resto (promozioni e retrocessioni) non saprei dirti cosa sarebbe giusto fare».

E invece come valuti la regola dei giovani, tanto criticata e al centro di polemiche nei nostri campionati?

«Secondo me per aiutare e far crescere i giovani bisogna farli giocare, ogni ragazzo dovrebbe avere la possibilità di migliorare. Alcuni allenatori, senza questa regola, farebbero giocare soprattutto i più grandi… per questo ti dico che sono d’accordo con questa regola».

E per finire… qual’è il tuo sogno nel mondo del calcio? Hai obiettivi?

«Credo sia lo stesso di tutti, quello di arrivare a giocare in Serie A o comunque nel calcio professionistico. Ma sarà difficile…».

 

 

mattia foti

Foto copertina: Mattia Foti in “Next Gen”, la rubrica di Dilettantissimo dedicata ai giovani talenti del calcio ligure

 


Mattia Foti in “Next Gen“, la rubrica di Dilettantissimo dedicata ai giovani talenti del calcio dilettantistico ligure

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