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La rassegna stampa a cura di Dilettantissimo – Patto LND-AIAC per i tecnici giovanili. In Serie A vento separatista…

 

Patto LND-AIAC per formare tecnici giovanili

Un accordo per una “massima concentrazione sul presente e, al contempo, attenta programmazione del futuro”. Questo quanto emerge dall’importante accordo sottoscritto tra LND-AIAC (qui il comunicato ufficiale), che punta su una maggiore formazione degli allenatori nei settori giovanili, la possibilità di ricorrere ad una migliore programmazione attraverso la facoltà di contratti pluriennali tra allenatori e società di Serie D; una modulistica per eventuali accordi tra preparatori atletici e club, nuove possibilità per svolgere l’attività di dirigente nella stessa società anchej per coloro che svolgono l’attività di tecnico. Sono queste alcune delle novità contenute nell’accordo sottoscritto. (Corriere dello Sport, pag. 31)

 

Serie A – Lega, vento separatista. In via Rossellini ora c’è chi vuole uscire dalla Figc e considera il presidente un nemico da isolare

Il Consiglio Federale di lunedì potrebbe portare a una spaccatura tra Figc e Serie A. Diversi club infatti avrebbero cominciato a guardare il modello Premier League, ovvero il massimo campionato inglese, che dal 1992 si è staccata dall’FA per garantirsi una certa autonomia. Ma per creare una sorta di Premier League italiana ci vorrebbe un altro modello di governance, con un manager alal guida che abbia pieni poteri e non dipenda per tutte le decisioni dall’Assemblea dei club, come accade ora. Insomma, il percorso  sarebbe molto lungo. Un risultato più immediato invece potrebbe essere quello di ottenere un peso maggiore all’interno del Consiglio: al momento la Serie A infatti conta 3 voti su 21: ciò significa che è molto facile metterla in minoranza (com’è accaduto lunedì).

Il presidente Gravina è ritenuto ormai un “nemico” dalla Serie A. Diventa immaginabile che alla prossima assemblea non avrà l’appoggio del massimo campionato per le elezioni. Chi potrebbe essere allora il candidato della Serie A? Difficile che sia Sibilia a raccogliere favori, attuale presidente dei Dilettanti. E allora c’è da credere che nei prossimi mesi ci si muoverà per individuare un proprio candidato, anche se diventerebbe complicato raccogliere i voti delle altre componenti per ottenerne l’elezione. (Pietro Guadagno, Corriere dello Sport, pag. 8)

Focus – Premier libera, ma non troppo: la FA dirige

In realtà, spiega il Corriere dello Sport attraverso un focus, che la Premier League sia così libera dalla FA non sarebbe del tutto vero. O almeno non come si può immaginare. La prova? Circa un mese e mezzo fa proprio in materia di blocco delle retrocessioni legate all’emergenza Covid-19: in un momento in cui vi era ancora incertezza su tempi e modalità di ritorno in campo, decisero che un ipotetico ritorno della Premier poteva avvenire soltanto in campo neutro, in una decina di stadi lontano dai centri abitati. Ne è conseguita un opposizione feroce dei così detti sei “club ribelli” che minacciarono di votare contro il ritorno in campo, sostenendo che giocare in campo neutro avrebbe falsato la stagione.

Ma per tornare a giocare, servivano 14 voti su 20: con il timore che potessero convincere un’altro club a stare dalla loro parte (e quindi di fatto impedendo la ripartenza), la Premier prese in esame la possibilità di bloccare le retrocessioni. Si sarebbe dunque giocato solo per assegnare campionato e posizioni valide per l’Europa. Un compromesso che aveva messo tutti d’accordo, sino all’arrivo della Football Association (FA) tramite il suo presidente Greg Clarke, il quale ha ricordato a tutti che il “merito sportivo” deve stare alla base di ogni decisione e che la FA non avrebbe ratificato un’eventuale decisione di tornare a giocare senza retrocessioni e promozioni.

La Premier gode di un’autonomia pressoché totale?

Sì, ma per quanto riguarda temi commerciali e organizzativi interni. Ogni decisione strutturale deve essere ratificata tramite il Board della FA. All’interno del Board troviamo, oltre al già citato presidente Clarke, il direttore esecuti Mark bullingham, due consiglieri, tre rappresentanti del calcio dilettantistico e tre del calcio professionistico. In altre parole la Premier ha proporzionalmente ancora meno peso nel FA di quanto la Serie A non lo abbia nel Consiglio Federale. Tecnicamente inoltre, non è il Board ma il FA Council, composto da 92 elementi di cui appena 6 nominati dalla Premier, e più della metà provenienti dai Dilettanti. Solitamente il Council segue quasi automaticamente le decisioni del Board, ma non è scontato che sia sempre così.

Il rapporto tra FA e Premier negli ultimi anni è stato conciliatorio, ma in passato non sono mancati motivi di scontro: temi come pause per la nazionale, numero di extracomunitari e permessi di lavoro, questioni disciplinari, hanno creato dissaporti. Del resto poi è la Football Association a dialogare con FIFA e UEFA, ed è la stessa a certificare la Premier come massimo livello del calcio inglese. Non ci sono state troppe interferenza sinora, tra le due compagini, visti i successi della massima serie inglese: ma l’ultima parola su molti temi spetta comunque sempre alla federazione. (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport, pag 8)

 

Calcio Femminile – Serie A: nuova sfida. La doppia missione: il professionismo e trainare la Nazionale

Il movimento del calcio femminile avrebbe dovuto, dopo il pieno di notorietà, passare quest’anno “all’incasso”. E invece, è come se si fosse preso un anno sabbatico: forzato, naturalmente. Un’occasione persa. La Serie A femminile è stata chiusa in anticipo, senza una squadra campione, nonostante il dominio sul campo; e con un altro posto Champions assegnato alla Fiorentina con il conteggio della media dei gol segnati e subiti che ha condannato il Milan. Non un grandissimo spot per il movimento, anche se naturalmente lo stop definitivo era l’unica via percorribile in questo momento storico: un supporto federale, per quanto apprezzabile, non è minimamente paragonabile rispetto a quello tedesco. Meglio programmare la prossima stagione.

La situazione che si è creata però offre alla giocatrici di provare a ottenere ciò che da anni si rincorre, e che sembra questa volta davvero vicino: il professionismo. L’intento è uscire dall’equivoco di un movimento costituito da calciatrici a tutti gli effetti professioniste e come tali considerate, ma dilettanti nei contratti, nelle tutele e secondo le norme vigenti. (Stefano Lanzo, TuttoSport, pag. 26)

 

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