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La rassegna stampa a cura di Dilettantissimo – Sibila: «La Lega Dilettanti farà di tutto per i propri club».

Dilettanti – La conferma di Sibilia: «Le squadre in testa devono andare in C»

Il numero uno della Lega Dilettanti (LND) Cosimo Sibilia ha rilasciato nella giornata di ieri un’intervista alla Gazzetta di Mantova: mercoledì nel Consiglio Federale sarà chiamato a esprimere la sua parola decisiva sulla conclusione dei campionati, con promozioni e retrocessioni: «Il Consiglio Federale ci darà indicazioni chiare sulle modalità di conclusione della stagione. In questo modo potremo dare al movimento dilettantistico, a cominciare dalla Serie D, le risposte necessarie e tanto attese».

Soffermandosi sulla Serie D, il presidente della Lega Dilettanti dichiara: «Per quanto riguarda le promozioni in C delle formazioni al comando della graduatoria, la nostra posizione è stata chiara sin dall’inizio: non potrà mai esserci una soluzione che possa andare a danno delle società. La Serie D dovrà esprimere le nove vincenti». Le parole del massimo dirigente federale dei dilettanti si mantengono su quella linea di sfiducia riguardo la possibilità di un’eventuale ripresa dell’attività sportiva nelle categorie di sua pertinenza. «La Lega Dilettanti farà di tutto per i propri club – conclude Sibilia – Da quando sono il presidente i bilanci sono sani e solidi, ma senza interventi importanti da parte delle istituzioni sarà impossibile fare tutto da soli. Aspettiamo il fondo per lo sport da 400 milioni, più volte annunciato dal Ministro dello Sport ma non ancora tradotto in provvedimento». (Gazzetta di Mantova)

 

Serie C – Ghirelli: «Sospensione inevitabile, protocollo valido solo per la A. Promozioni e retrocessioni? Esistono due criteri.

Il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli ha rilasciato queste dichiarazioni ieri, ai microfoni di Radio Sportiva: «Siamo per il rispetto delle regole, sapendo che il dominus della situazione è la Federcalcio. Abbiamo rispetto per tutti e ci aspettiamo che lo stesso rispetto ci sia nei nostri confronti. Il punto per noi è irrinunciabile è che il campionato non può andare avanti. Abbiamo fatto il punto della situazione con 60 medici e ci hanno detto che non ci sono le condizioni per la sicurezza sanitaria a causa di più criticità. Protocollo? Al momento attuale vale solo per la Serie A, per B e C bisogna aspettare. Noi aspettiamo ancora 5 milioni dalla Serie A derivanti dalla quota Melandri dei diritti tv, se non gioca si aprono scenari diversi».

Soffermandosi invece sulla questione promozioni e retrocessioni: «Al termine dell’assemblea ero emozionato perché c’era stata grande capacità di discussione e di ascolto delle diverse situazioni, non c’è una soluzione che può trovare un accordo totale se non si gioca. Il criterio della media punti che abbiamo utilizzato è stato sperimentato anche in passato, non ho pensato di provarne altri, perché a nessuno avrei tolto il dubbio che a classifica presente un criterio avrebbe favorito una squadra o un’altra. È il punto più critico che abbiamo. Per procedere abbiamo due criteri, ancorarci alle norme federali o scegliere soluzioni che creassero meno problemi possibili. Non so se abbiamo sbagliato o meno, ritengo di no, ma abbiamo scelto il combinato disposto di blocco delle retrocessioni e promozione di nove squadre dalla Serie D, bloccando i ripescaggi dai dilettanti». Le parole di Ghirelli confermano insomma quanto dichiarato dal presidente della Lega Dilettanti Cosimo Sibilia. (MediaGol)

 

Serie B – I 20 club votano sì: «Vogliamo giocare». La data ipotizzata è sabato 20 giugno.

Allenamenti collettivi: chiesti dieci giorni per il protocollo, e a fine agosto si chiude. Queste le intenzioni della Serie B, che alla fine sembra esser riuscita a trovare la sua data: sabato 20 giugno, una settimana dopo la data scelta dalla A. Le venti società hanno espresso la volontà di tornare in campo; qualche presidente si dice preoccupato, ma alla fine conta quello che si vota, e il responso è stato netto: 20 su 20, compreso il Livorno che nell’ultimo sondaggio era rimasto l’unico contrario.

Al momento sono solo una dozzina i club a far svolgere allenamenti, a titolo facoltativo tra l’altro: va ricordato che l’aspetto degli stipendi non è secondario visto che lavorando senza obblighi il club non avrebbe il dovere di corrispondere gli emolumenti. A breve tutte le squadre daranno la possibilità ai loro atleti di rimettere i piedi su un campo di calcio, magari con un pallone. Per quanto riguarda invece gli allenamenti collettivi (questi obbligatori), mentre per la A la data prevista è quella del 18, la Serie B ha chiesto tempo, almeno dieci giorni in più. 

L’Assemblea ha valutato che occorrono almeno due mesi per completare la stagione (10 giornate + un recupero), oltre ai cinque turni dei playoff (che comprenderebbero i playout): a fine agosto, tutto sarebbe completato, in un tour de force dalle tante criticità: rischio infortuni, calco estivo, tempi di recupero ridotti.  (Nicola Binda, Gazzetta dello Sport, pag. 29)

Ma Agazzi dice no «Il virus fa paura». Risolto il contratto.

Le parole di Michael Agazzi, portiere della Cremonese, ha preso la sua decisione: «Mi sono reso conto che nella situazione causata dal contagio da Covid 19 il mio amato calcio è passato in secondo piano. E quindi ho preso la decisione, sofferta ma ponderata, di rescindere il contratto con la Cremonese. Credo che la società, pur facendo il massimo sforzo per consentire ai calciatori di lavorare in sicurezza, non riescano a garantire al centro per cento la tutela della salute. E questo mi spaventa. Vedo inoltre che potrebbe profilarsi un lungo periodo di ritiro, al quale risponderei di no. Negli ultimi anni, pensando al futuro, ho cercato di mettere in cima alle mie priorità la famiglia». (Giorgio Barbieri, Gazzetta dello Sport, pag. 29)

 

Serie A – Quarantena e playoff, il blitz di Gravina

Mentre oggi riparte in Germania la Bundesliga, la Figc consegna ai consulenti del governo la versione del protocollo riveduta e corretta dai medici della Serie A. E grazie al Decreto Rilancio, prepara anche il piano alternativo. Il presidente federale Gravina ha sottolineato, davanti alle telecamere della Rai, «la difficoltà oggettiva nel reperire strutture ricettive» dove far svolgere i ritiri per le squadre che non hanno un centro sportivo in grado di ospitare almeno una cinquantina di persone. Ma ciò che più preoccupa è «la quarantena dell’intero gruppo-squadra nel caso di un nuovo positivo».

Si è dunque più sereni, seguendo il modello Germania: ma gli ostacoli per arrivare alla conclusione del campionato non sono scomparsi. Ecco perché Gravina continua a non scartare l’ipotesi dei playoff: «È un discorso tutt’altro che accantonato. Dobbiamo essere pronti a qualsiasi evento. È stata inserita una norma che ci consente di definire gli organici, le classifiche e prendere decisioni per la stagione attuale, per noi è una sorta di paracadute. Ma si tratta anche di uno strumento per avviare un progetto che non è più procrastinabile e va portato avanti con attenzione, senso di responsabilità e lungimiranza.

Si parla da anni di una riforma: questo è il momento, dobbiamo dare risposte concrete. E non parlo solo dell’area professionistica, ma soprattutto dobbiamo costruire un sistema sostenibile e spendibile». Il riferimento è ad un allargamento della Serie B e all’introduzione del semi-professionismo in Serie C. (Pietro Guadagno, Corriere dello Sport, pag. 6)

 

 

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