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Facciamo un gioco. Vi dico un oggetto e mi dite il primo personaggio del calcio dilettantistico che vi viene in mente.

Bacchetta magica. Io dico “Harry Potter” Cattardico, capace di incantare con il suo mancino magico.

E-mail. Qui ci sono due categorie di persone: chi ha pensato a Beppe Maisano, e chi mente.

Cappellino bianco.

Ecco, ci siamo. “Cappellino bianco” non può che essere Super Mario Imbesi, il portiere genovese più forte degli ultimi 20 anni, insieme a pochi altri guru del ruolo come Giovinazzo, Riolfi e compagnia cantante. A differenza di tutti gli altri, però, Imbesi è ancora in campo: il classe 77 è infatti di casa al San Quirico.

Mario, ti conoscono tutti, però presentati! Che tipo di portiere sei?

Sono un portiere abbastanza moderno, mi piace giocare con i piedi, mi piace uscire fuori dai pali e giocare abbastanza alto.

Ma è vero che calci bene le punizioni?

Ho fatto un gol con il Serra Riccò! Avevo calciato abbastanza bene dai…

Raccontaci la tua carriera. Tu hai girato molte squadre, lasciando sempre un bel ricordo.

Ho girato tantissimo, da Ponente a Levante. Non ho trovato grandi differenze, se non di clima: sono stato molto bene a Imperia, dove ho fatto 4 mesi, così come alla Vecchia Chiavari, in Prima Categoria. La Sestrese è la squadra in cui ho giocato di più. Ho fatto 7/8 stagioni con loro, mi sono trovato benissimo. Ti racconto questa: c’è stato un anno, quando c’era Gazzo presidente, che in casa giocavamo a Marassi. Che bello. Ovvio, lo stadio era tutto vuoto eh, però il campo era  pur sempre quello…

Qual è il ricordo più bello che hai della tua carriera?

Senza dubbio il rigore parato con la Loanesi. È stato decisivo perché vincere quella partita per vincere il campionato. È finita 2-1 per noi. Di tante altre parate importanti ho mandato i video a Simone Maggi, così me le monta tutte insieme. Ci metterà giusto quei 5 mesi… (ride)

La stagione attuale. Come sta andando?

Ho incominciato alla Vecchiaudace, ma a metà stagione c’è stata qualche incomprensione e ho preferito spostarmi al San Quirico. Una squadra nuova, avendo iniziato da poco non ci sono ancora molti punti di riferimento in società. Ma è una realtà solida, grazie al presidente. Una persona seria che ci mette il cuore e ti aiuta sempre nel momento del bisogno. C’è un bel gruppo e stavamo facendo bene, purtroppo ci siamo dovuti fermare.

Ecco, a proposito, come vedi questa situazione?

Ora non so quando torneremo a giocare. La vedo dura. Se non gioca la Lega Pro che ha molti più interessi rispetto a noi, figurati i dilettanti. Questo stop per me che ho una certa età e devo allenarmi più degli altri è tosto… Dopo 4/5 mesi fermo, a ricominciare patisci… Poi non è che uno esce e va a giocare: anche se si torna in campo c’è bisogno di almeno tre settimane di preparazione… Per questo ti dico che secondo me non si potrà tornare a giocare.

E ci saranno conseguenze anche economiche.

Ho paura che andremo sempre più in crisi, già non ci sono soldi, in più questa situazione ha peggiorato le cose: penso a tutte le squadre di Promozione o Eccellenza che devono pagare le trasferte in pullman, i rimborsi… Per quanto riguarda noi giocatori, ormai bisogna prenderlo come divertimento. Rimborsi, soldi, non c’è più niente. Non è più il calcio di una volta.

Il futuro di Imbesi?

Allenare i portieri? Mi piacerebbe, vorrei fare quello una volta smesso. Ma vorrei allenare i grandi, allenare una prima squadra ti fa vivere lo spogliatoio che è una cosa che mi piace. Ora però, finché riesco gioco, ancora 2/3 anni Poi quando non ce la faccio più smetto. Ma son lì lì… (ride)

Hai affrontato tanti grandi portieri. Chi vuoi ricordare?

All’epoca c’eran molti più portieri bravi: Giovinazzo, Riolfi, Camisa, Scavo, Cancellara, Binello… te ne potrei dire una marea! Invece ora… i portieri che ti ricordi sono sempre quelli vecchi. Non c’è un “nuovo” Giovinazzo, un ragazzo di 20 anni con cui poter fare il paragone. Ci sono dei portieri che a 18 anni, da fuoriquota, fanno la Serie D. Tempo 2 anni li trovi a giocare in Prima Categoria. Una volta se eri bravo giocavi, indipendentemente dalle regole dei fuoriquota.

C’è qualche attaccante contro cui hai giocato di cui hai pensato “Questo è fortissimo?”

Hai voglia… Granvillano, Amirante, Bracco, Willy De Fazio, Susino, Sisinni, Barozzi, Ramenghi, Grabinski… una volta ce n’erano tantissimi, ne potrei dire un miliardo.

Dai, allora proviamo a fare la TOP11 di Imbesi. Emozionaci!

In porta Imbesi, manco a dirlo. Centrali mettiamo Baroni e Iurman. A sinistra Romeo, a destra Bevilacqua. Il centrocampo lo facciamo classico a 4, con Sisinni, Cattardico, Vincenzo Bonadies e, a sinistra Di Marco. Davanti Seba Grazzini e Grabinski. Sono giusto i primi che mi sono venuti in mente, perché ce ne sono tantissimi. Giocatori e ragazzi eccezionali.

Hai scelto l’attacco esotico…

Beh, direi che è un buon attacco. Ma ce ne sono tantissimi, Capra contro cui ho giocato da avversario, Sancinito, Antonelli, Balbo, Roselli, Amirante… Ecco, ora mi vengono in mente tutti. Posso fare un’altra TOP 11?

Ed è proprio a questo punto dell’intervista che ci salutiamo con una promessa: quando Super Mario si ritirerà, alzerà la cornetta e ci chiamerà. E prepareremo una partita d’addio come si deve. Chissà quanti campioni che hanno giocato con lui accetteranno l’invito…

Buona fortuna, Mario! Numero Uno!

angelo sorbello

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