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La lettera di Andrea Catania che dice addio alla Sestrese dopo 35 anni:

“Ciao Sestrese, da un cuore verdestellato.

Dopo 35 anni non è facile ma era il momento giusto per entrambi.

Ora faccio il tifoso, se poi arriverà chi mi farà ritrovare entusiasmo dovrà accettare la mia coerenza, i miei tanti difetti ma anche che il mio cuore sotto sotto sarà anche sempre verdestellato.

Quest’anno un Gruppo favoloso, non sempre fortunato, guidato da un giovane mister “visionario” che crescerà ancora. Onore a chi ha fatto meglio ma ci “dobbiamo” credere fino a quando c’è speranza.

Felice di quanto fatto in questi anni da “uomo di società”, mediando, collaborando, costruendo, sbagliando ma provando a “fare” per il bene comune, sempre con un principio, la coerenza e il senso di responsabilità.

Doveroso è lasciare con dei saluti e riflessioni chiare, che non diano spazio ad interpretazioni diverse.

La prima volta che sul cuore ho messo la stella bianca su fondo verde era il settembre 1988. Avevo sei anni, iniziavo la prima elementare e contemporaneamente sul campo della Corderia muovevo i primi passi in quello che sarebbe stato il mio sport, in quella che sarebbe stata la mia casa per semplicemente 35 (quasi 36) anni: la Fratellanza Sportiva Sestrese 1919.

Trentacinque anni dopo eccomi qui alla fine di un percorso, la fine naturale perché ogni cosa ha un suo termine.

Facile non può essere, ovvio, se hai passato trentacinque anni sui tuoi quarantuno in un ambiente. Trentacinque sui 104 di storia (quasi 105) della società.
Facile non è, ma doveroso è lasciare con dei saluti e riflessioni che non diano spazio ad interpretazioni, diverse, distanti da chi ha passato tutta la vita sportiva per un’unica “famiglia”.

Tredici anni da giocatore, tutta la trafila in quelle giovanili che avevano l’apice in una prima squadra che lottava in D accarezzando la Serie C. Dal 2003 poi una nuova avventura sempre qui, a casa, come Addetto Stampa della Sestrese grazie all’allora D.G. Beppe Maisano. Ventuno anni di seguito, in cui ho fotografato, annunciato, salutato, esultato, per diversi presidenti, allenatori, giocatori, dirigenti.

Sei anni fa, 2018, l’opportunità di entrare a fare parte della gestione sportiva grazie ad un Presidente che mi ha sempre voluto bene (Sebastiano) e un Direttore (Antonio) che mi ha insegnato tutto, prima in campo da allenatore nelle giovanili e poi dietro la scrivania. Sei anni intensi come D.S., ovviamente anche stressanti per il senso di responsabilità per chi come me prima di tutto era tifoso, ma anni tanto gratificanti. Sei anni meravigliosi sia nelle vittorie, belle ed emozionanti, che nelle sconfitte e momenti duri, perché nello sport ci sono anche quelli. Sei anni in cui il ruolo di semplice “direttore” ha sempre lasciato spazio – come naturale che fosse – ad una figura “auto istituita” in modo istintivo di “uomo di società”, che lavora e ragiona con il cuore per il bene e fattore comune, che fa da mediatore tra tutti gli attori presenti, che si impegna, anche sbagliando, per l’obiettivo comune. Ragionare con il “noi”, non con l’”io”, in ogni ambito, che sia di tempo, economico, di valori, principi e orgoglio verdestellato. Tutti principi, valori, che non erano certo solo i miei, ma erano e sono oggi più che mai condivisi e portati avanti da tutti coloro che sono in carico nella società, non una semplice società ma una vera Famiglia, verdestellata.

Anni intensi, in cui ho avuto la fortuna, vera fortuna, semplicemente di divertirmi nel mio mondo, con tanti rapporti umani coltivati, con i miei difetti (tanti), pregi (sicuramente pochi ma di cuore), ma soprattutto con un semplice principio, la coerenza. A testa alta, come quando dopo ogni sconfitta – come ritenevo giusto che fosse – il mio viso tirato, triste, spigoloso, faceva visita alla telecamera o taccuino di ogni “amico” e collega giornalista.

Massimo, Corrado, Paolo, Maurizio, i primi che mi vengono in mente con cui ho avuto la fortuna di passare momenti indimenticabili da subito. La fortuna di avere ragazzi, giocatori, formidabili sotto il profilo umano prima ancora che calcistico. Teddy, Filippo, Davide, Ruben, Marco, Edo ora Federico M., per dirne alcuni insieme a tanti altri. Sono felice di essere stato nello staff di dirigenti che hanno contribuito a riportare a Sestri – facendo felice l’ambiente verdestellato – tanti di questi giocatori che avevano già avuto l’onore e onere di vestire i nostri colori.

La fortuna e la forza da “uomo di società” di provare sempre ad andare oltre, per il bene di questa che è una certezza da più di cento anni. Andare oltre l’aspetto prettamente sportivo o del risultato. Aver avvicinato un amico come Valerio, e oggi vederlo – dopo cinque anni – sempre più importante per il futuro della “nostra” Sestrese. L’aver lavorato, mediato, costruito, imparato, insieme ad una grande figura e uomo perbene come Federico, che sta regalando giorno dopo giorno entusiasmo, rinnovati sorrisi, orgoglio ad un mondo giovanile pieno di nuovi e veri “cuori verdestellati”. Aver creduto e proposto Simone C. nell’organizzazione di un mondo giovanile sempre più in espansione. Ma soprattutto, ultimo evento, aver avuto la fortuna – in questa prima fase della nuova società – di affiancare ragazzi giovani, con grande entusiasmo come Luca e Simone, sotto la regia del nuovo presidente Cinzia, una persona che negli ultimi 22 anni mi ha accompagnato, supportato, sopportato, insieme a Sebastiano in ogni stagione calcistica, prima da giocatore con il Borzoli con 270 partite e poi da addetto stampa e dirigente in verdestellato.

Se mi guardo indietro solo esaminando il percorso di questi ultimi sei anni, lo faccio personalmente con orgoglio, un bel sorriso e soddisfazione. La “mia” Sestrese ora più che mai ha un futuro meraviglioso alle porte, sia sul piano organizzativo, direzionale e sportivo, sia prima di tutto per delle guide sempre più solide e ora coese più che mai mi sento di dire anche grazie ad un pizzico della mia mediazione, lavoro. Ma soprattutto ha un futuro meraviglioso davanti perché ci sono loro, tanti “cuori verdestellati” in ogni sezione della società, che mi auguro di cuore continuino a lottare, in ogni campo, in ogni contesto, in ogni momento, per portare avanti i principi che dal 1919 sono insiti in questa società.

Da oggi la Sestrese, dopo 35 anni, avrà in me un “semplice” tifoso, che con la sua sciarpetta andrà al campo. E ogni domenica, soffrirà, come sempre, per i suoi colori.

Si arriva sempre alla fine, in un percorso. A volte bisogna avere la fortuna di sapere individuare, con lucidità, quando questo momento arriva. Questo momento era arrivato, forse già da qualche tempo ma non sempre abbiamo il coraggio o la lucidità di ammetterlo; avere alle spalle una società così legata a me, dei compagni di avventura così pronti, precisi, professionali e sempre sul pezzo, mi ha permesso di arrivare in fondo al mio percorso pur iniziando a staccare un po’ la spina negli ultimi tempi gradualmente; ora più che mai il momento giusto è arrivato, per entrambe le parti. E arriva quando personalmente mi sento felice per il percorso fatto, con coerenza fuori e “dentro” il campo.

I risultati nello sport dipendono da tante cose, non ci sono mai solo spiegazioni razionali, se così fosse tutti saremmo campioni del mondo. E’ questo il bello dello sport.
Ma una cosa la posso dire. In questa stagione ho avuto la fortuna di conoscere un giovane allenatore, Enrico, che definisco come un “visionario”. Lavora sul campo come pochi ho visto fare. Vede, analizza, cose che altri in una intera carriera non vedranno mai. Sicuramente ha margini di crescita importanti, che conosce, e sono sicuro saprà cavalcare anno dopo anno. Un allenatore alla guida di un Gruppo sano e bello che, come ho sempre avuto il piacere di affermare in questa stagione, ha saputo dare tutto e di più sotto ogni profilo. Ragazzi “vecchi” e ragazzi “nuovi” che si sono dimostrati quello che pensavamo, giocatori veri ma soprattutto ragazzi con principi sani. Allenarsi lontano da “casa” non per i due-tre mesi che auspicavamo ma per una stagione intera; arrivare al campo mezz’ora prima e lasciare alle dieci di sera; mai un atteggiamento o intensità sbagliata in ogni serata in mezzo anche al vento, gelo. Un Gruppo in cui i problemi non sono mai stati di casa, che ha saputo unirsi e divertirsi anche fuori dal campo. Un Gruppo sano, guidato da un nucleo di Uomini Veri che hanno saputo compattarsi da subito e lottare, comunque, a discapito di ogni risultato, situazione, avversità che purtroppo possono capitare in stagioni sfortunate e in cui – semplicemente – c’è chi ha fatto meglio. Chapeau. Ora, da semplice tifoso, posso dire di essere orgoglioso di avere avuto quest’anno un Gruppo così, che – con noi in primis – poteva fare di più ma che mai ha lasciato qualcosa d’intentato o peccato in termini di atteggiamento, coesione, principi. Con la speranza, di tornare presto, prestissimo (magari già tra qualche settimana, perché ancora la speranza c’è e dobbiamo crederci), dove la nostra Sestrese merita di stare.

Io da oggi sarò un semplice tifoso, della mia Sampdoria e della mia Sestrese.

Se ci sarà qualcuno, che mi farà tornare entusiasmo per tornare in pista, lo vedremo. Ma dovrà accettare un semplice punto inderogabile (in mezzo miei difetti, coerenza e professionalità): che il mio cuore sotto sotto sarà anche sempre verdestellato (e blucerchiato 😊).

Ciao Sestrese,
da un cuore verdestellato.
FORZA VERDI. ALE’ SUCCHIN.”